Una bambina nata con la pelle di plastica. Per quanto particolare è questa la descrizione più adatta a raccontare l’effettiva condizione di una bambina recentemente venuta alla luce in India a causa di una malattia genetica molto rara.
Purtroppo in questo caso dire che questa bambina “ sembra una bambola” non è un complimento fatto alla sua bellezza ma un effettivo modo per spiegare l’aspetto di una neonata la cui pelle è ricoperta da uno strato di materia translucida simile a pergamena chiamata scientificamente “membrana di collodio”, frutto di una disfunzione genetica della cheratinizzazione epidermica. Non a caso coloro che nascono con questa particolare condizione vengino chiamati “collodion baby”. La piccola sembra proprio una bambola di gomma e come spiega un medico del Guru Nanak Dev Medical College and Hospital in Amritsar, dove la bambina è nata, non è in grado di essere allattata dalla mamma, presentando delle labbra tumefatte e di colore rosso caldo del tutto simili ai suoi occhi.
Si tratta di una malattia genetica molto rara, autosomica recessiva, che coinvolge un’ittiosi congenita. Di solito circa il 10% dei “bambini di plastica” presenta della pelle normale sotto questo primo strato. Parliamo di una condizione molto particolare e non indolore anche per questa piccola neonata. Non solo infatti vi è la difficoltà di nutrizione per lei da affrontare in questi giorni: seguendo l’iter della malattia, se la bambina sarà “fortunata”, questa membrana translucida vedrà formarsi delle “crepe” e cadere da sola in un periodo che andrà dai 15 ai 30 giorni. Tempo nel quale la piccola proverà molto dolore e dopo il quale sarà potenzialmente esposta a tutta una serie di potenziali infezioni. Fattore questo che perdurerà per tutto il resto della sua esistenza.
La bambina non è la prima affetta da questa condizione ad essere nata nel nosocomio in questione, ma è la prima ad essere sopravvissuta più di tre giorni: spesso infatti la “pelle di plastica” tende a non cadere, rendendo difficile la sopravvivenza del neonato.
Photo Credits | Bohbeh / Shutterstock.com