Sabbiature per l’artrosi: come funzionano

Le sabbiature sono un rimedio molto antico contro i reumatismi e le affezioni osteo-articolari. In realtà si tratta di una terapia multifunzionale, in quanto riunisce l’effetto benefico del calore prodotto dalla sabbia a quello dei Sali minerali disciolti nel mare, ma che restano attaccati ai granelli di sabbia. Vediamo meglio come funzionano.

Contro i dolori articolari e il mal di testa, la boswellia

In caso di dolori articolari o di mal di testa, la boswellia è un rimedio naturale molto efficace. La sua resina, infatti, è ricca di principi attivi dall’azione antinfiammatoria e analgesica. Inoltre, durante gli studi condotti non sono stati osservati effetti collaterali degni di nota, né sono conosciute interazioni con i farmaci.

Far ricrescere le cartilagini, oggi è possibile

I ricercatori della Northwestern University sono i primi a progettare un nanomateriale bioattivo che favorisce la crescita di nuova cartilagine in vivo e senza l’uso di fattori di crescita costosi. Minimamente invasiva, la terapia attiva le cellule staminali del midollo osseo e produce cartilagine naturale. Nessuna terapia convenzionale può fare questo. I risultati saranno pubblicati sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

A differenza delle ossa, le cartilagini non ricrescono, e quindi le strategie cliniche per rigenerare questo tessuto sono di grande interesse

ha spiegato Samuel I. Stupp, autore senior, docente di Chimica, Scienza dei Materiali e Ingegneria e Medicina, e a capo dell’Istituto per le bionanotecnologie in Medicina. Innumerevoli persone, atleti e persone con le articolazioni consumate, imparano questa lezione fin troppo bene quando si fanno male a ginocchia, spalle e gomiti.

La cartilagine danneggiata può portare a dolore e perdita della funzione fisica e infine all’osteoartrosi. Con un invecchiamento della popolazione sempre maggiore, questo problema è destinato a crescere.

Artrosi, lesioni cartilaginee e condropatie da usura/1

La cartilagine è un tes­suto molto complesso, molto raffinato, difficile da riprodurre, per que­sto il problema del trattamento dei danni cartilaginei è molto attuale e nonostante il mondo della ricerca sia impegnatissimo su questo fronte, ancora non abbiamo risul­tati definitivi. Innanzitutto, bisogna distinguere le “condropatie da usura” dalle “lesioni cartilaginee“. Per con­dropatie si intende il processo degenerativo della cartilagine che, nella norma, aumenta con il passare degli anni o, in altri casi, è dovuto ad un processo di “ove­ruse”, cioè è causato dall’ecces­sivo uso dell’articolazione da parte di un individuo (un esempio è il ginocchio dei calciatori).

La condropatia può essere di vari gradi, ma con il tempo diventa una vera e propria artrosi. Per le­sioni cartilaginee, invece, in­tendo quelle traumatiche. Una distorsione, una caduta dal­l’alto, una frattura, l’eccessivo impegno di un’articolazione, può causare il danno focale (cioè cir­coscritto) di una cartilagine arti­colare che non necessariamente era già preda di processi dege­nerativi. La terapia di queste due forme di danno cartilagineo è decisamente differente.

I fenomeni di usura della cartila­gine sono cronici e non reversibili. Tendono ad aggravarsi con il tempo, più o meno lentamente, provocando una sintomatologia dolorosa più o meno marcata. In questo caso il trattamento farmacologico è spesso sintomatico, cioè il medico prescrive al paziente far­maci come il paracetamolo o FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Ste­roidei) che hanno l’obiettivo di alle­viare il dolore o i processi infiammatori che episodicamente o costantemente si instaurano in un’articolazione con usura carti­laginea.