I tumori sono ritenuti tra le prime cause di mortalità e rappresentano, purtroppo, una delle patologie più temute di questi ultimi anni. Il cancro può coinvolgere diverse parti dell’organismo e, tra quelli più diffusi, il tumore al seno è colpisce in Italia circa 40mila donne ogni anno. Un numero decisamente preoccupante, ma per fortuna dal mondo della medicina e della ricerca arriva una buona notizia: è stata infatti scoperta una nuova terapia che consente di combattere il tumore, raddoppiando la sopravvivenza e, contemporaneamente, impedendo la progressione della degenerazione cellulare.
Alla base del nuovo trattamenti vi è il bevacizumab, una molecola di recente introduzione che agisce in maniera diretta sulla proteina Vegf ritenuta responsabile del cancro. Questo nuovo farmaco appartiene alla categoria degli anticorpi monoclonali che permettono di mirare l’azione specifica sulle cellule malate senza coinvolgere quelle sane. La scoperta è stata anche oggetto di un congresso nazionale “Dalla chemioterapia alla terapia anti angiogenica” tenutosi a Sorrento che ha fatto incontrare i professionisti del settore.
Le terapie mirate, secondo Sabino De Placido, presidente del Convegno e Professore di Oncologia presso l’Università Federico II di Napoli, sono il futuro nella lotta contro i tumori. Le nuove molecole, infatti, agiscono proprio bloccando i meccanismi responsabili della diffusione del tumore nell’organismo e rappresentano una soluzione anche nel caso di tumori in stadioo avanzato che, oggi, non trovano ancora una cura efficace.
Il bevacizumab agirebbe in maniera selettiva sul Vegf, proteina che stimola la crescita e la proliferazione del tumore e che favorisce la pericolosa metastasi. Oltre a questo principio attivo, tra la categoria degli anticorpi monoclonali, i farmaci di recente scoperta capaci di una terapia “target”, vi è anche il trastuzumab, già impiegato in una particolare tipologia di cancro al seno, la HER2.
Attualmente, il bevacizumab è oggi “oggetto del piu’ grande programma mondiale di trial clinici mai realizzato in oncologia, con oltre 300 studi clinici e 350.000 pazienti coinvolti per indagarne le potenzialita’ in oltre 20 tipi di tumore”, secondo il commento di Antonio Del Santo, Group Leader Onco-Haematology di Roche S.p.a.
[Fonte: AgiSalute.it ]