Chemioterapia a domicilio per ridurre i costi delle cure oncologiche e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Risultati incoraggianti arrivano da un esperimento pilota condotto a Lione dal 2005 al 2007 dal professor Jean Pierre Droz. L’assistenza e la terapia domiciliare solleverebbero l’ospedale da prestazioni somministrabili con lo stesso grado di sicurezza a casa.
Il risparmio sui costi sociali a carico del malato sarebbe enorme. Lo conferma il professor Silvio Monfardini, Direttore dell’U.O. di Medicina Oncologica Geriatrica della Fondazione Don Gnocchi, nel suo intervento al congresso ASCO di Chicago:
In un momento in cui l’oncologia è gravata dal peso della crisi economica questa ci sembra un’alternativa valida. La territorializzazione si è già dimostrata una misura efficace di razionalizzazione in altri settori della sanità, ora l’esperienza internazionale ci indica che può essere applicata con successo anche nella cura dei tumori, sia per terapie che prevedono una somministrazione orale che per i casi di chemioterapia più semplice.
Nel nostro Paese, stando ai dati della IV edizione del Libro bianco presentato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), il servizio di assistenza domiciliare viene già offerto dall’87% delle strutture, mentre si attesta finora al 33% l’erogazione di medicinali per curare il tumore a casa. Si può fare di più. L’ideale, secondo Monfardini, sarebbe coinvolgere i medici di famiglia nel monitoraggio del paziente, una volta superata la fase più acuta del cancro, e nelle gestione degli effetti collaterali della chemio.
[Fonte: Agi Salute]