Se pensate di andare in montagna per respirare “una boccata d’aria pura”, ripensateci. Nemmeno sull’Everest è più possibile questa esperienza! E’ ciò che emerge dal progetto Share (Station at High Altitude for Research on the Environment) promosso dal Comitato EvK2CNR. I ricercatori dell’ISAC-CNR di bologna, analizzandone i dati, hanno rilevato un record di concentrazioni di agenti inquinanti tipici delle aree urbane. Sembra pazzesco, ma alle pendici dell’Everest a circa 5000 m. sul livello del mare, c’è lo stesso inquinamento di città come Roma!
Non che da quelle parti, le cose vadano meglio che in Europa, ma ciò che stupisce è l’altitudine e la concentrazione che queste polveri riescono a raggiungere. La Dott. Angela Marinoni, Ricercatrice dell’Isac ci spiega meglio:
Da circa un mese siamo entrati nella stagione pre-monsonica, che favorisce il trasporto fino alle alte quote dell’Himalaya degli inquinanti che compongono la Asian Brown Cloud, la nube marrone che ricopre le pianure indiane e del sud Asia. I valori di inquinanti osservati nei primi giorni di aprile sono un record assoluto, mai registrato dalla nostra postazione.
Osservando le foto che arrivano dalla stazione di monitoraggio, si capisce la gravità della situazione: la visione è offuscata!
Queste preoccupanti concentrazioni di particolato sono accompagnate da elevati livelli di ozono, gas serra fortemente ossidante
-prosegue Paolo Cristofanelli responsabile delle attività atmosferiche in SHARE –
La siccità tipica di questa zona in epoca pre-monsonica e gli agenti inquinanti, (forse dovuti ai numerosi fuochi forestali, legati a pratiche agricole) che si sviluppano in questo periodo dell’anno nei territori del Nepal e dell’India settentrionale oltre che dell’Indocina, peggiorano la situazione.
Da qui, attraverso le valli himalayane gli inquinanti rischiano di essere trasportati fino alla media e all’alta troposfera, dove potrebbero accumularsi e ripartire per raggiungere luoghi lontani. O ancora peggio, potrebbero depositarsi sui ghiacciai himalayani favorendone lo scioglimento: rappresentano una delle principali fonti di acqua dolce dell’Asia meridionale, una delle aree maggiormente popolate del Mondo. La riflessione sulla salute del nostro pianeta e dei suoi abitanti si fa doverosa.
[Fonte: Cnr]