Facebook e gli altri social network non sono solo potenzialmente pericolosi per i bambini e gli adolescenti, come dimostrato in una recente ricerca secondo cui c’è il rischio di diffondere informazioni errate sulla sessualità; ma sono anche la causa ufficiale per la fine di un matrimonio su cinque, almeno nel Paese dove questi strumenti sono più diffusi: gli Stati Uniti.
Il dato è stato confermato all’Agenzia di stampa tedesca dpa dal principale avvocato divorzista statunitense Allan Mantel, presidente della American Academy of Matrimonial Lawyers (AAML) (Accademia Americana degli Avvocati Matrimonialisti) nello Stato di New York.
Google, Facebook, MySpace e Twitter rendono più facile per un partner provare l’infedeltà. Il tasso di divorzio in sé non è cambiato significativamente. La gente è sempre stata infedele
spiega Mantel. Una realtà concreta, visto che molti matrimoni da sempre finiscono in un divorzio, tanto che si calcola che la metà dei matrimoni negli Stati Uniti finisca in questo modo. Ma con il cambiare dei tempi cambiano anche le cause. Ne sanno qualcosa anche le celebrità.
Una recente indagine svolta dalla AAML ha rivelato che tra le relazioni avviate tramite la rete, il 66% sono state avviate attraverso Facebook, il 15% tramite MySpace, il 5% attraverso Twitter e il restante 14% da siti meno conosciuti. Anche alcuni personaggi famosi sono caduti nella trappola ed hanno fatto fallire il loro matrimonio a causa del networking online, come il caso più celebre degli ultimi mesi dell’attrice Eva Longoria, la quale ha chiesto il divorzio dal marito, il giocatore di basket professionista Tony Parker, in seguito alla scoperta effettuata dall’attrice che è venuta a sapere che, tramite Facebook, il marito aveva avviato un “contatto intimo” con un’altra donna.
Il motivo potrebbe essere una sindrome di Peter Pan che colpisce più gli uomini, ma spesso anche le donne, insoddisfatti dell’idea di invecchiare, e che trovano in rete una nuova vita; oppure è soltanto una questione di “poca intelligenza”. Come infatti ha spiegato Katoshi Kanazawa, psicologo dell’evoluzione
i traditori sarebbero più stupidi della media e più inaffidabili nell’ambito lavorativo perché troppo distratti dai loro “love affair”.
La maggior parte dei quali scoperti su Facebook o, al massimo, attraverso la posta elettronica o il cellulare. Insomma, come sempre va bene utilizzare la tecnologia e le opportunità che questo secolo ci offre, ma sempre con buon senso e moderazione.
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[Fonte: Health24]