Avere un cervello giovane a volte può essere possibile semplicemente avendo un cuore allenato. Come già riportato in una precedente ricerca, le persone che si tenevano in forma e stavano attente a tutto ciò che poteva far bene al cuore (dieta sana, evitare di fumare, ecc.) avevano anche un cervello più attivo. Ora arriva un’altra ricerca che conferma quella precedente, e dà una speranza in più anche alle persone con qualche vizio di troppo.
Secondo i ricercatori del Beckman Insitute, in Illinois (Usa), per mantenere un cervello giovane basta una breve ma regolare passeggiata, anche se non giornaliera. Questo avviene perché il cammino mantiene e sviluppa le connessioni cerebrali, e di conseguenza le capacità cognitive, grazie anche ad una compartecipazione di tutto il resto del corpo all’attività fisica.
Per confermare la loro teoria, gli studiosi hanno ingaggiato 65 adulti tra i 59 e gli 80 anni da sottoporre a risonanza magnetica per visualizzare la situazione attuale del loro cervello. Mediamente i partecipanti effettuavano circa 30 minuti di passeggiate al giorno per un paio di volte a settimana, ma i ricercatori hanno chiesto di aumentare quest’attività, portandola a 40 minuti per volta per tre giorni a settimana. Per confermare ulteriormente la sostanziale differenza che c’è tra la passeggiata e altri tipi di attività fisica, i ricercatori hanno suddiviso in due gruppi gli uomini, tra chi faceva solo la passeggiata e chi invece era occupato in stretching e ginnastica per migliorare la tonicità muscolare.
Dopo un anno i risultati sono stati chiari: chi passeggiava aveva migliorato la propria situazione mentale con maggiori connessioni evidenti nella risonanza magnetica; chi invece aveva fatto della semplice ginnastica non aveva ottenuto nessun tipo di miglioramento.
Per ottenere tali risultati non c’è bisogno di camminare come se si stesse facendo una maratona o a ritmi sostenuti, ma basta seguire il proprio ritmo preferito. In questo modo, oltre ad ottenere risultati per il cervello, si tiene allenato anche il cuore, e tutto il corpo vi ringrazierà. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging Neuroscience.
[Fonti: Voce d’Italia; New notizie]