Nei Paesi occidentali sono in aumento le allergie nei bambini e negli adolescenti. L’8 e il 9 febbraio a Roma si è tenuto un congresso per individuarne le principali cause: la “Terza giornata del bambino allergico”, organizzato nella capitale da Alama (Associazione laziale asma e malattie allergiche), Federasma (Federazione italiana delle associazioni di sostegno dei malati asmatici e allergici), Siaip (Società italiana allergologia e immunologia pediatrica) insieme all’ ospedale pediatrico romano Bambino Gesù. Gli studi avrebbero rilevato che in Italia il 20% dei bambini in età scolare è particolarmente sensibile a polvere, polline e peli di animale; l’8-10% soffre di patologie asmatiche, provocate nell’80% dei casi da allergie; il 2-6% dei bambini soffre invece di allergie di tipo alimentare.
La colpa di questo incremento delle allergie è stata paradossalmente individuata in un eccesso di igiene: gli ambienti sono asettici e quindi non si entra in contatto con batteri. Il Coordinatore del Dipartimento di Medicina pediatrica dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Alberto Ugazio, ha spiegato che la causa dell’aumento delle allergie nei bambini dei paesi ricchi è dovuta proprio alla diminuzione del carico microbico ambientale. I batteri sono importanti perché inibiscono le reazioni allergiche”. Infatti il sistema di memoria immunologica dell’organismo umano, conserva il ricordo dei batteri con cui viene in contatto, evitando infezioni successive. Insomma, anche con l’igiene non bisogna eccedere. A riprova di quanto affermato, in Africa le allergie non registrano incrementi significativi. Importante scoperta è che l’inquinamento in sè non costituirebbe la causa scatenante, anche se contribuisce a peggiorare il quadro clinico.
Secondo i medici, comunque, i bambini allergici o asmatici possono portare avanti una vita normale e uguale a quella di tutti gli altri bambini. Infatti possono condurre una regolare attività sportiva, nell’osservanza di alcune semplici precauzioni:
- praticarlo in luoghi adeguati, come campi sportivi, palestre e strutture specializzate per l’attività sportiva, non in strada o in mezzo allo smog per intenderci, nè tantomeno nei cortili dei palazzi, pieni di polveri.
- non fare sport quando la temperatura atmosferica è eccessivamente bassa
- astenersi dall’attività fisica all’aperto in primavera, quando l’aria è colma di polline e può arrecare non pochi fastidi.
Nel mondo dello sport ci sono numerosi esempi di atleti asmatici che, malgrado la loro malattia, hanno raggiunto grandi risultati, fra tutti, al convegno è stato menzionato Giorgio Di Centa, che ha vinto nello sci di fondo due medaglie d’oro alle Olimpiadi invernali di Torino 2006.