E’ accaduto presso il Policlinico di Milano: una ragazzo di 24 anni affetto da fibrosi cistica è stato trapiantato con due polmoni decisamente compromessi. Gli organi in questione erano stati scartati da ben 6 centri di trapianto, proprio a causa delle loro condizioni. Ma una nuova tecnica utilizzata per la prima volta al mondo sull’uomo, ha permesso di “ripararli” attraverso un macchinario per la perfusione e di rimetterli a nuovo con estrema rapidità (solo 4 ore). Sono così stati inseriti nel torace del ragazzo rendendogli salva la vita. La speciale procedura è stata messa a punto da Franco Valenza, ricercatore universitario presso il Dipartimento di Anestesia e Rianimazione.
Il giovane paziente era in lista d’attesa per il trapianto di polmoni già da tempo, ma purtroppo la situazione era rapidamente precipitata. Dopo 6 giorni di ulteriore attesa durante i quali il ragazzo era stato tenuto in vita grazie alla macchina cuore-polmoni (messa a punto un ventennio fa dal Prof. Luciano Gattinoni direttore dello stesso Dipartimento) non rimaneva altra possibilità che testare questa tecnica innovativa sugli unici organi a disposizione, per l’appunto “malconci”. Una volta trattati hanno cominciato subito a funzionare e pensate che al giovane paziente sono stati tolti i tubi per favorire la respirazione autonoma dopo sole 12 ore dall’intervento. Ad effettuare il trapianto, l’équipe guidata da Luigi Santambrogio, direttore dell’unità di Chirurgia toracica del Policlinico.
Una tecnica di “ossigenazione” simile per allungare la vita dei polmoni era già stata sperimentata presso Le Molinette di Torino ed in altri nosocomi italiani e stranieri. Ma questo intervento è stato particolarmente eccezionale per la giovane età e la gravità delle condizioni in cui si trovava il paziente, oltre al fatto che nello specifico la sperimentazione era stata fatta solo su animali. Queste nuove frontiere mediche offrono possibilità di cura pochi anni fa considerate impensabili. Basti pensare alla stessa fibrosi cistica: fino a qualche decennio orsono difficilmente i giovani pazienti superavano la maggiore età. Queste tecniche di recupero degli organi possono salvare numerose altre vite.
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[Fonte: La Repubblica]