La Dipendenza da Internet potrebbe entrare presto nel novero delle patologie psichiatriche contenute nella quinta edizione del DSM, il manuale statistico e diagnostico delle patologie mentali, ormai da decenni punto di riferimento per gli psichiatri di tutto il mondo. La richiesta ufficiale proviene da Jerald J. Block attraverso le pagine dell’American Journal of Psychiatry. In realtà il primo a chiedere l’inserimento della Dipendenza da Internet (Internet Addiction Disorder) nel DSM fu lo psichiatra della Columbia University Ivan Goldberg, che coniò il termine nel 1995. Da allora gli studi sul fenomeno si sono susseguiti in tutto il mondo.
Vediamo adesso quali sono i segni clinici necessari per diagnosticare una Internet Addiction: anzitutto il bisogno incontenibile di trascorrere sempre più tempo collegati alla rete e l’insorgenza di sintomi da astinenza, qualora questo non possa avvenire, come ansia, agitazione, pensieri ossessivi riguardanti internet. A ciò si aggiunge l’impossibilità di controllare questo comportamento. Inoltre, perchè si possa parlare di vero e proprio disturbo, i sintomi devono incidere in maniera negativa sulla vita sociale della persona (il tempo trascorso su internet sottare l’attenzione della persona dalla famiglia, dagli amici, persino dal lavoro o dagli studi). La dipendenza da internet può comportare anche problemi di salute fisica: mal di schiena, problemi alla vista, disturbi del sonno, e trascuratezza della persona.
La fascia di età più esposta al rischio di sviluppare questa patologia è qualle compresa fra i 15 e i 40 anni ed ad essere maggiormente colpiti sarebbero gli uomini. Sono molteplici infine, le sfaccettature del disturbo: chi si fa travolgere da internet fino a diventarne dipendente predilige in genere le chat line, i videogiochi, i siti che offrono materiale sessuale, la cosiddetta Dipendenza sessuale da Internet, e la possibilità di giocare d’azzardo. Non mancano però i casi di persone che semplicemente vano alla ricerca ossessiva di informazioni di qualunque genere.