L’acido folico o vitamina B9 è una sostanza molto importante in gravidanza per la prevenzione di alcuni difetti congeniti del tubo neurale che si sviluppano nel primo mese dopo il concepimento. L’incidenza in Italia è di un caso ogni 1000 gravidanze. Troppi se si pensa che per evitarli basterebbe l’assunzione quotidiana di 400 microgrammi al giorno di acido folico. Lo sanno bene le donne che hanno avuto o stanno per avere dei bambini, quanto questo integratore sia importante. Eppure non sanno che l’organismo dovrebbe già esserne completo prima della gravidanza stessa, vista la precocità dello sviluppo dei difetti.
L’80 % delle donne italiane non assume integratori di vitamina B9 prima del concepimento, nonostante il 50% di loro programmi di avere un bimbo. Le malattie in questione fanno paura ad ogni futura mamma, anche solo a nominarle: stiamo parlando di spina bifida, anencefalia, encefalocele. In alcuni paesi come gli Stati Uniti, per assicurare l’adeguata assunzione della vitamina B9 è stato da tempo istituito l’obbligo di produrre farine “arricchite”. In Italia tale obbligatorietà non esiste e sono pochi i prodotti alimentari che ne contengono una piccola integrazione: la troviamo in alcuni cereali, in succhi di frutta multi-vitaminici, in alcune particolari tipologie di latte, ma niente di più, e di certo nulla che possa incidere profondamente sull’equilibrio nutrizionale delle donne prima della gravidanza. Il caso è stato affrontato nel corso di un meeting internazionale che si è svolto presso l’Università Campus Biomedico di Roma: “Acido folico: lo stato dell’arte”.
Ma da cosa dipende questa carenza nostrana? Incredibile, ma vero, dalla dieta mediterranea. Di fatto questa, considerata a giusta ragione un elisir di lunga vita, sarebbe ricca di vitamina B9, presente nei vegetali a foglia larga (come ci spiega anche il nome che deriva dal latino folium), come gli spinaci. Purtroppo sappiamo che la nostra alimentazione si sta americanizzando: ovvero stiamo pian piano abbandonando frutta e verdura a favore di cibi più grassi. Per questo l’integrazione di acido folico diventa necessaria. Non solo in caso di gravidanza. La vitamina B9 infatti è importante anche per l’equilibrio del sistema nervoso, aumenta la fertilità e abbassa i livelli di omocisteina, un aminoacido collegato al rischio di infarto e ad altre malattie cardiovascolari.
Numerosi studi confermano la riduzione delle malformazioni fetali laddove esiste una fortificazione alimentare come nelle farine negli Stati Uniti (il 19%), in Canada (il 40%) ed in Argentina (il 58%). Allora tutto è semplice, basta realizzare campagne informative? No, attenzione, perché nel corso del meeting sono state sottolineate anche preoccupazioni degli esperti che riguardano gli Usa: alcuni dati non ancora confermati sembrano richiamare ad un aumento di incidenza del tumore al colon, al seno e alla prostata, tra gli americani, da quando sono state obbligate queste integrazioni vitaminiche.
“Quello che emerge è che l’acido folico non provoca tumori, ma sembra in grado di stimolare la crescita di neoplasie preesistenti”- ha spiegato Robert Russell dei National Institutes of Health.
Si cercherà di capire meglio: l’attenzione è alta. Per ora occorre basarsi sulle certezze, come la sua utilità in gravidanza che è confermata. Soprattutto in Italia, promuoviamo, prima dell’assunzione integrativa dell’acido folico, la dieta mediterranea.
Acido folico: