Il cancro al pancreas è uno dei tumori più difficili da combattere, ma secondo i ricercatori dell’Università di Harward e del Brigham and Women’s Hospital la prevenzione potrebbe passare attraverso il consumo di frutta secca: anacardi, noci, nocciole, mandorle, pinoli, noci pecan e brasiliani ed addirittura pistacchi.
Secondo i ricercatori consumare questa frutta a guscio allontana lo spettro di sviluppo di cancro al pancreas in modo inversamente al suo consumo: più frutta secca si mangia, minore è il rischio di sviluppare questa patologia cancerosa a parità di altri fattori di rischio. E se scherzando ci viene da pensare che forse potremmo sentirci meno in colpa se in questo periodo freddo a cavallo tra l’autunno e l’inverno ci ritroviamo ad indugiare un poco di più su questi alimenti, in realtà scientificamente essi sono in grado di aiutarci a combattere tra le altre cose anche malattia cardiovascolari come l’ipertensione.
Gli scienziati hanno preso in considerazione il campione 75.680 donne che facevano parte del “Nurses’ Health Study” (NHS), con nessuna precedente storia di cancro ed hanno esaminato l’associazione tra il consumo di noci e il rischio di sviluppare il tumore del pancreas. I dati raccolti hanno reso possibile notare come vi fosse una sensibile riduzione del rischio stesso in tutte cloro che consumavano circa 28g di frutta a guscio due o più volte a settimana rispetto a chi non la consumava affatto o ne consumava di meno. Commenta il coordinatore della ricerca, il dott. Ying Bao:
La riduzione del rischio era indipendente dai fattori di rischio stabiliti o presunti per il cancro del pancreas tra cui l’età, l’altezza, l’obesità, l’attività fisica, il fumo, il diabete e altri fattori dietetici. [Ed inoltre] le donne del nostro studio di coorte che hanno consumato la maggior parte delle noci tendono a pesare di meno.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista di settore British Journal of Cancer. Forse qualche noce in più del solito, per il nostro benessere, possiamo concedercela.
Fonte | BJOC
Photo Credit | Thinkstock