In Lombardia è appena partito un progetto di ricerca indipendente finanziato dalla Regione con lo scopo di creare un percorso di assistenza e cura per le donne che soffrono di depressione o ansia in gravidanza e nel post partum. Un disturbo più diffuso di quanto si pensi e che riguarda circa il 16% delle popolazione femminile.
La depressione post parto, per quanto richieda un’attenzione sanitaria specifica, è oggi ancora sottovalutata e forse poco compresa tant’è che non esiste un modello unitario di presa in carico della paziente e una rete di lavoro comune. Per questo motivo il progetto biennale, svolto dall’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico di Milano in collaborazione con Progetto Itaca e l’Osservatorio Nazionale Donna (O.N.Da.), si propone di individuare precocemente la patologia, promuoverne un trattamento tempestivo ed efficace, formare operatori sanitari e sensibilizzare la popolazione sul tema.
Come ha spiegato la dottoressa Anniverno, responsabile del Centro Psiche Donna dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli, l’idea è di intervenire su 2 livelli, uno clinico-assistenziale e uno preventivo. Il progetto, infatti, prevede delle visite a domicilio di una psichiatra, di una psicoterapeuta e di volontari che hanno la funzione di supporto nelle aree di attività quotidiana. A queste s’integreranno poi delle figure di specialisti come la neonatologa o il pediatra che una volta al mese o in base ai bisogni dei bambini si recherà a casa delle pazienti.
L’intervento preventivo invece consiste in una proposta di linee guida sulla depressione post partum che dovrebbero poi diventare nazionali. Sebbene, infatti, esistano delle linee guida a livello internazionale a cui gli esperti fanno riferimento, in Italia non ci sono linee guida omogenee per tutti e approvate dal Ministero.
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