Mea culpa. Il mio pc è acceso e anche il cellulare continua a vibrare. E probabilmente anche quello di chi con la tecnologia non supera le tre ore al giorno complessive. Ma se fate invece parte dei tecnostressati d’Italia, quelli che appena si svegliano accendono prima il computer e dopo il cervello, e il portatile se lo portano anche a letto, oggi sarebbe invece il caso di seguire i consigli degli esperti aderendo alla prima giornata nazionale a schermi spenti, un’iniziativa promossa dall’associazione Netdipendenza Onlus, in collaborazione con Assodigitale, Viadeo, Indranet e Scuola di Respiro.
Se il mondo dell’information tecnology rappresenta una realtà per certi aspetti estremamente versatile, comoda ed esemplificativa della vita moderna, dall’altra vanno perduti molto spesso i rapporti umani, la salubrità della vita all’aria aperta, e in molti casi, quando le ore trascorse al cellulare o su facebook e al pc, sono davvero troppe si verificano non pochi problemi per l’incolumità del nostro organismo.
Stare troppo tempo davanti allo schermo, infatti, è di frequente causa di calo della concentrazione, irritabilità, insonnia, mal di testa, disturbi gastrointestinali e circolatori, respirazione corta e micro-apnee causate dalle tensione dell’overload di informazioni, tendenza alla solitudine. Tutti sintomi della netdipendenza e della condizione considerata ormai da molti patologica del tecnostress.
Oggi, in occasione del primo giorno di primavera (anche se il clima è ancora proibitivo in gran parte d’Italia), l’associazione Netdipendenza Onlus invita ad uscire per una salutare passeggiata, spegnendo per 24 ore pc e telefonini. Ma sentiamo l’appello del presidente di Netdipendenza Enzo Di Frenna:
“A primavera mi sconnetto e vado al mare a respirare” è un’azione che ci permette di riappropriarci della nostra energia, del piacere di stare a contatto con la natura, dei rapporti umani che spesso trascuriamo e questo fa bene alla salute e all’anima. Speriamo che il 21 marzo i tecnostressati decidano di raggiungere davvero il mare e trascorrere una bella giornata all’aria aperta.
Il video-slogan che ha fatto il giro della rete passando per il canale privilegiato di Youtube mostra proprio un gruppo di tecnostressati che abbandona gli uffici per andarsene al mare. Una misura necessaria per migliorare anche il proprio rendimento sul lavoro. Gli stessi direttori di aziende con dipendenti che lavorano tutto il giorno davanti al pc affermano infatti che il tecnostress è un fattore di scarsa resa professionale, e ad esserne colpiti sono addirittura il 70% degli operatori Ict.
Chissà che le spiagge oggi non si popolino davvero di tecnostressati, complice la primavera e… il sabato!
[Fonte: Ansa]