Sopravvivere all’ebola non assicura la mancanza di problemi di salute collegati alla stessa. E’ stato condotto uno studio sulle condizioni delle persone che hanno contratto la malattia negli Stati Uniti ed i dati raccolti non sono dei più rassicuranti.
Tutti coloro che sono stati contagiati dall’ebola hanno infatti riportato conseguenze una volta guariti dal virus: a partire dalla perdita dei capelli fino ad arrivare a problemi alle articolazioni ed alla vista. Sono in tutto 8 le persone di cittadinanza statunitense che hanno sperimentato la malattia e sono sopravvissute. E per quanto non possano rappresentare un campione statistico valido, quel che è certo è che siano in grado di dare un’idea chiara di ciò che può aspettare a chi riesce a sconfiggere l’ebola.
I controlli sono stati eseguiti cinque mesi dopo la guarigione e le conseguenze sul fisico causate dalla patologia sono perdurate, nella maggior parte dei casi, per almeno due mesi. Cinque pazienti hanno presentato problemi alla vista, e di questi due hanno dovuto subire dei trattamenti per specifiche infiammazioni. L’ebola ha portato effetti collaterali anche a livello neurologico e cognitivo: la maggior parte dei guariti hanno riportato infatti perdita di memoria a breve termine, depressione, ansia ed insonnia. Tre di loro hanno addirittura sperimentato sensazioni particolari come il sentire continue punture di ago sulla propria pelle. Solo un paziente, tra gli 8 contagiati non presentava sintomi al momento del’analisi. Come commenta il dott. Timothy Uyeki, del CDC statunitense e tra i firmatari dello studio pubblicato sulla rivista di settore New England Journal of Medicine:
E chiaro che per i pazienti sopravvissuti all’ebola, i problemi non siano finiti con la loro uscita dall’ospedale, sia in Africa che negli Stati Uniti. Hanno infatti tutti sperimentato, con diversa gravità, spiacevoli conseguenze della malattia. Questo rafforza l’importanza di seguire i sopravvissuti dall’ebola con maggiore attenzione sia dal punto di vista fisico che mentale.
Al momento non è ancora chiaro il perché di tali problematiche: le ipotesi più accreditate dagli scienziati riguardano lo stress fisico provato nel combattere la malattia, una reazione del sistema immunitario o addirittura la permanenza del virus dell’ebola in alcuni fluidi corporei.
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