Le fratture ossee capitano a tutti, più spesso oltre i 65 anni. Trattandosi di ossa, in teoria non ci dovrebbero essere fattori esterni che influenzano la guarigione, ma pare che il sesso abbia una qualche potenzialità nel facilitare o ostacolare il ritorno alla normale funzionalità dell’arto colpito.
Secondo uno studio effettuato al Sapir Medical Center di Kfar Saba, in Israele, pare che, a parità di condizioni, gli uomini abbiano più facilità di recuperare da un grave infortunio. Grazie all’osservazione di 99 pazienti, uomini e donne over 65, che avevano subìto una frattura, i dati raccolti hanno dimostrato come le donne, psicologicamente, risentono più degli uomini dell’accaduto delle volte anche cadendo in depressione. Forse è perché con una frattura non hanno più la libertà di movimento e la possibilità di stare sempre attive (che agli uomini spesso non pesa), ma fatto sta che è stato dimostrato che, in caso di malumore o depressione, la funzionalità perduta si recupera più lentamente.
Parlavamo però di parità di condizioni. Infatti esistono due fattori molto importanti di cui tenere conto. In primis, le condizioni di salute precedenti alla frattura. Se una persona, uomo o donna che sia, prima di rompersi un arto non aveva alcun tipo di problema psicologico e fisico, più difficilmente si deprimerà a causa di un infortunio, e quindi avrà un tempo di reazione molto più rapido rispetto ad un’altra che invece aveva dei problemi precedenti.
Inoltre, conta molto anche il supporto morale. Finché ad esempio un uomo vive con una donna e subisce una frattura, la situazione non è grave. Se invece l’uomo vive da solo e deve prendersi cura di sè stesso, allora lì cominciano i problemi. Ribaltando la situazione si nota che le donne sono più autonome, ed in questo caso i risultati sono invertiti: è l’uomo ad andare più facilmente in depressione e quindi recupera più lentamente dall’infortunio. Il trucco quindi è non restare mai da soli e stare sempre di buon umore, il fisico ne risentirà.
[Fonte: Corriere della Sera]