Richiesta di Consulto Medico su Carcinoma lobulare infiltrante G3 e terapia
“Paziente di 68 anni operata a Maggio 2018. Esame istologico “Carcinoma lobulare infiltrante G3. Non si osserva componente lobulare in situ. Categoria diagnostica B5”. MIB1 23%, E-Caderina assente, Citocheratina 7 positiva, p63 assente, Estrogeno (6F11) 90%, Progesterone (16) 10%, HER2 (Cb11) 2+. Programma terapeutico per-intervento 6 cicli chemioterapia: BRNIDTEP-A docetaxel epirubicina neoadiuvante. Operazione chirurgica linfonodo sentinella negativo. Esito esame istologico: Carcinoma lobulare infiltrante con modificazioni chemioterapiche, di alto grado(G3), con infiltrato linfocitario intra e peri tumorale assente, senza evidente invasione perineurale e senza evidente invasione angiolinfatica intra e peri tumorale. La lezione interasse il margine inferiore di exeresi e giunge in prossimità dei restanti margini di exeresi senza infiltrarli. Cute indenne, margine cavitario superiore, margine cavitario mediale (aureolare) e margine cavitario inferiore indenni. Recettori ormonali e fattori prognostici: ER 90%, PR 10%, KI67/MIB1 20%, HER-2 negativo. Come da programma doveva iniziare radioterapia. Ora l’oncologo, purtroppo non chi ci ha seguito fin’ora perché è andato in pensione, vuole prevedere un altro programma terapeutico di 6 cicli di chemioterapia ogni 20gg con CICLOFOSF FLUOROURAC+METOTREX (Q3W). C’è un pericolo reale per dover affrontare un altro programma di chemioterapia? È necessario? Fin dall’inizio sia con il chirurgo che con l’oncologo non si era mai parlato di altri cicli di chemioterapia. Il nuovo oncologo ha detto che essendo giovane (68 anni??) è meglio fare un altro programma terapeutico. È assolutamente necessario? Non si può prevedere solo la radioterapia? Mi scuso se ho scritto qualcosa di sbagliato, ho copiato alla lettera tutto ciò che c’era scritto nei vari esami. Grazie per la risposta!”
Specializzazione Oncologia
Tipo di Problema Carinoma lobulare infiltrante G3. Vi richiedo parere se necessario un secondo ciclo di chemioterapia.
Risponde il Prof. Carlo Pastore oncologo e chemioterapista, consulente per l’area oncologica e per l‘ipertermia capacitiva per l’Hilu Medical Center (Marbella, Spagna) e presso il Centro di Medicina Integrativa in Malaga (Spagna), nonché responsabile della divisione di oncologia medica ed ipertermia oncologica della Casa di Cura Villa Salaria in Roma, membro dell’ESHO (European Society for Hyperthermic Oncology). Per contatti diretti www.ipertermiaitalia.it
Gentile Utente, quando si effettua un trattamento neoadiuvante per una neoplasia mammaria generalmente la medesima e’ piuttosto voluminosa e con caratteristiche biologiche che meritano attenzione. Dopo la chirurgia si propone a seguire un trattamento adiuvante che generalmente e’ una prosecuzione di chemioterapia per un periodo di tempo limitato e se (come in questo caso) vi è il sospetto di residuo locale di malattia (un margine nell’istologico post chirurgico appare ancora infiltrato) un trattamento radiante di bonifica locoregionale. Con poi i recettori ormonali positivi ulteriormente si imposta un trattamento in ormonoterapia per completare. Non vedendo la Paziente (quindi non potendo valutare se condizione generale ed esami ematochimici controindicherebbero ulteriore terapia) non posso aggiungere altri elementi. Il curante li ha tutti per una completa e corretta valutazione.
Cari saluti
Prof. Carlo Pastore, oncologo – www.ipertermiaitalia.it
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