Il timore che il virus dell’influenza suina (A H1N1) possa mescolarsi con quello della più pericolosa influenza aviaria (A H5N1) potrebbe presto diventare realtà. Fino a questo momento l’influenza suina aveva colpito soltanto l’uomo e qualche maiale. E’ proprio delle ultime ore la notizia che anche alcuni tacchini di un allevamento in Cile ne sono stati contagiati.
Se il virus ha raggiunto i volatili, potrebbe dunque “unirsi” con quello che due anni fa spaventò l’Oriente, colpendo polli e tanti altri uccelli, e che fece molte più vittime della nuova influenza. A scoprire il virus è stato un allevatore della regione sudamericana del Valparaiso il 13 agosto scorso. L’uomo aveva notato che da qualche tempo i suoi tacchini facevano sempre meno uova. Si è insospettito e li ha sottoposti a controlli medici, i quali hanno mostrato la positività al virus A H1N1. L’allevamento è stato immediatamente sottoposto a quarantena.
Come spesso accade in questi casi, sono state molte le persone che si sono allarmate per questa notizia, ma per evitare lo sterminio dei volatili, come accaduto durante la prima fase per i suini, le autorità cilene si sono subito prodigate per rassicurare tutti che il contagio è per ora limitato a quell’allevamento, e che il virus non è stato rilevato in nessun’altro animale della regione. La carne di tacchino si potrà mangiare liberamente, un po’ come accadeva con i maiali tempo fa, in quanto, se cotta, la carne non può trasmettere alcuna malattia. La dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (Oie) è stata che i tacchini e i suoi prodotti:
sono totalmente idonei al consumo umano, nei mercati sia interni sia esteri. Non ci sono evidenze della presenza della malattia nel resto del territorio cileno.
A questo appello si sono unite anche le autorità di Santiago del Cile che hanno rafforzato le misure di biosicurezza, mettendo sotto controllo anche tutte le persone che lavoravano nell’allevamento e nelle zone vicine.
[Fonte: Ansa]