Uno dei tanti ostacoli che, specialmente nel terzo mondo, non permettono la diagnosi efficace e tempestiva di diverse malattie come la malaria, l’Aids e la tubercolosi è proprio la mancanza di strutture adeguate. Tali strutture, presenti in tutti i Paesi Occidentali nelle città maggiori, sono molto costose, e per questo in zone come l’Africa ed il Medio Oriente sono assenti o molto scarse.
Ma una nuova invenzione progettata da un chimico dell’Università di Harvard, George Whitesides, potrebbe portare una rivoluzione in questo campo. Whitesides ha inventato un chip di carta a cui basta un semplice inchiostro resistente ai liquidi per funzionare. Esso è in grado di incanalare una goccia di sangue in varie zone del chip. Ogni area toccata dal sangue si colora e, in base al colore, emette una diagnosi.
Non serve nemmeno la presenza di un medico per diagnosticare la malattia, ma spiega ancora Whitesides, basterebbe scattare una foto del chip con il telefonino ed inviarla al proprio medico per ottenere il responso. Tutto questo a costi bassissimi perché trattandosi solo di carta e inchiostro, e basandosi su un processo chimico, non c’è nessuna altissima tecnologia da “pagare”. Se prodotto in quantità industriali, ogni chip potrebbe costare solo qualche centesimo di euro, diventando accessibile a tutti anche nelle aree più povere della Terra.
[Fonte: Repubblica]