Sclerosi laterale amiotrofica, o Sla, comunque la si chiami è una patologia difficile da raccontare specie se ci si riferisce all’epidemia che ha colpito numerosi calciatori in questi anni. Sono state chiamate in ballo molte possibili cause, ma ancora non si hanno certezze: si è lungamente parlato di doping, si è passati all’uso dei diserbanti chimici per i campi di calcio, fino ai traumi cerebrali dovuti all’impatto che lo sport spesso comporta.
Oggi una nuova ipotesi: potrebbe essere stato un uso smodato, eccessivo di integratori alimentari ad aver messo in moto il percorso verso la Sla. A dirlo uno studio italiano condotto dai ricercatori dell’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con la Fondazione Santa Lucia, pubblicato sulla rivista internazionale Experimental Neurology.
I ricercatori romani sono partiti da dati certi ed inconfutabili: l’incidenza della SLA tra i calciatori è molto più alta rispetto alla media: 143 casi su 100.000 contro i 6 su 100.000 della popolazione generale! Da qui si è cercato di capire cosa in questa categoria professionale potesse condurre a tale patologia. Sono stati allora messi sotto accusa gli integratori alimentari utilizzati per sopperire l’intensa attività fisica. In vitro, gli aminoacidi ramificati (BCAA) contenuti in molti integratori alimentari usati dagli sportivi, hanno sviluppato in alcuni topi di laboratorio, alterazioni funzionali compatibili alla Sla: le cellule sono diventate simili a quelle malate.
Ovviamente questo non deve mettere in ansia chi utilizza Sali minerali dopo una corsa o cerca di sopperire ad alcune carenze momentanee con gli integratori. In questi casi stiamo parlando di dosi massicce assunte ripetutamente per molto tempo. L’indagine scientifica però deve comunque far riflettere sull’utilizzo di sostanze ritenute innocue: l’abuso non è mai una cosa positiva.
Lo studio coordinato dalla Prof.ssa Cristina Zona è stato finanziato dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità e dalla Wyeth Italia. La ricerca va dunque avanti, insieme ovviamente alle denuncie di carenza di assistenza. Il 16 novembre prossimo i malati di Sla scenderanno in piazza per chiedere (ancora una volta) un’adeguata copertura finanziaria per i livelli minimi di assistenza.
[Fonte: Agi]