L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha approvato un nuovo test capace di individuare la tubercolosi (TBC) in soli 100 minuti. Un cambiamento notevole e decisivo nella lotta alla malattia. Con le metodiche attuali, per realizzare una diagnosi accurata possono essere necessari addirittura tre mesi. Anche se nel tempo si è assistito ad un miglioramento nelle cure e nella prevenzione della tubercolosi, ricordiamo che nel 2009 questa patologia ha ucciso circa 1,7 milioni di persone e ne ha sono state contagiate 9,4 milioni. Anche l’Italia non ne è immune. La colpa risiede spesso nella diagnosi tardiva o in errori, specie in alcune forme particolarmente resistenti di tbc, come quella legata all’Hiv.
Consideriamo inoltre che in molti paesi dove tra l’altro la malattia raggiunge altissimi tassi di incidenza, ci si affida ancora ed esclusivamente all’analisi dell’espettorato al microscopio, un metodo diagnostico che si effettuava già 100 anni fa e per la quale servono ambienti sterili, macchinari particolari e soprattutto personale specializzato.
“Questo nuovo test rappresenta una nuova speranza per i milioni di persone ad alto rischio di tubercolosi” –ha spiegato il Dott. Mario Raviglione, direttore del WHO Stop TB Department (Dipartimento per lo stop alla Tubercolosi).
In questo caso si è in presenza di un macchinario piccolo che necessita solo di una presa di corrente: è stato ribattezzato “coffee machine”, perché visivamente ricorda alcune macchinette automatiche per il caffè che si caricano con delle cartucce. In questo caso nelle cartucce c’è un reagente che analizza le molecole dell’espettorato del paziente individuando il Dna di un agente patogeno (nello specifico quello della tubercolosi nelle sue varie forme). Collegato ad un pc si può leggere la risposta in breve. I risultati sono molto sicuri perché automatizzati, non soggetti a contaminazione. L’operatore può lavorare anche senza guanti. Nei paesi ad alta diffusione di questa patologia si prevede di triplicare le diagnosi nei pazienti con tubercolosi farmaco-resistente e di raddoppiare quelle dei casi associati di TB-HIV.
“Abbiamo le prove scientifiche, abbiamo definito la politica, e ora puntiamo a sostenere l’attuazione per l’impatto nei paesi» ha concluso Raviglione.
Di fatto l’impatto economico è decisivo. Ma anche questo ostacolo sembra essere stato abbattuto. Rispetto ai test tradizionali questa indagine costa la metà e nel tempo si prevede di abbassarne ulteriormente i costi (dai 15,00 euro attuali ai 10,00 entro i 2 anni). Questo sistema automatizzato è già usato per altre patologie nei paesi industrializzati proprio per queste sue caratteristiche e si spera di poter sviluppare a breve condizioni similari alla tubercolosi anche per la malaria e l’Hiv, ovvero portare tale test nel terzo mondo anche per la diagnosi rapida di queste gravi malattie.
[Fonte: Oms, La Repubblica]