La tubercolosi è una malattia polmonare tra le più serie che possano colpire l’individuo. Sebbene diversi casi continuino ad essere registrati tutti gli anni ed alcune categorie come i bambini in età scolare e gli operatori sanitari debbano sottoporsi obbligatoriamente ad una analisi specifica per verificarne la presenza, il suo spettro non anima le paure della gente.
Lasciano però sconcertati gli ultimi fatti di cronaca: 2 bambini ed un clochard a Milano avrebbero già contratto la malattia e sarebbe conclamata, mentre altri 12 bambini sarebbero risultati positivi al test effettuato a scuola.
La Asl di zona ha immediatamente condotto delle analisi per ricostruire il percorso della malattia. Al momento viene esclusa la possibilità di contagio tra i bambini. Si propende al contrario per l’ipotesi che vede come agente scatenante un clochard che risiedeva qualche tempo fa davanti l’istituto.
Nessun allarme quindi, ma cerchiamo di capire come funziona. La tubercolosi è una patologia che colpisce principalmente i polmoni, ma può interessare, nelle sue diverse varianti anche l’apparato scheletrico, l’intestino, le articolazioni ed addirittura l’apparato circolatorio.
I sintomi riscontrabili in caso di infezione sono tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni. Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da presenza di sangue nell’espettorato. Attualmente, il test più utilizzato per diagnosticare la malattia è quello di Mantoux, che si esegue inoculando nella cute del braccio la tubercolina. Per avere la certezza della diagnosi solitamente viene aggiunta una radiografia del torace.
A livello statistico, l’ultima analisi risale al 2006, almeno un terzo della popolazione mondiale risulta infettata dalla malattia. La maggior parte dei contagi è riscontrabile in paesi poveri, dove gli standard igienici non sono molto alti. E non sempre chi viene a contatto con il batterio della tubercolosi sviluppa la malattia completa, spesso le infezioni rimangono latenti ed asintomatiche.
La tubercolosi miete vittime di rado nei paesi sviluppati e solo nel caso che non venga effettuata nessuna terapia. La prognosi si rivela infatti infausta per oltre il 50% dei contagiati senza sottomissione a cura. Questa malattia viene efficacemente sconfitta grazie all’utilizzo di antibiotici, ma possono essere necessari dai 6 ai 12 mesi per eliminare definitivamente il batterio dal sangue.
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Fonte: Sole 24 ore