Una carta di identità genetica per combattere i tumori. Perché al pari delle persone, sebbene appartenenti alla stessa famiglia, patologie tumorali uguali sviluppano conseguenze diverse. E perché con molta probabilità , secondo gli scienziati, sebbene si sia raggiunta una maggiore sopravvivenza post diagnosi, il cancro è ancora lungi dall’essere sconfitto.
Qualche giorno fa a Chicago si è aperto l’ultimo meeting dell’Asco, l’American Society of Clinical Oncology. Dove, inevitabilmente, si è fatto il punto sulla siztuazione da quando, quarant’anni fa il presidente Richard Nixon rendeva una realtà a sé il National Cancer Istitute e assicurava finanziamenti per la ricerca contro questa malattia killer dell’uomo. Molti passi sono stati fatti. Ma molti ancora dovranno essere intrapresi. Commenta George W. Sledge, presidente dell’associazione:
A quarant’anni di distanza la sopravvivenza media, a cinque anni, per tutti i tipi di tumore, è aumentata del 18 per cento. Questo significa che due pazienti su tre vivono almeno cinque anni dopo la diagnosi di malattia.
E’ necessario parlare di sopravvivenza media perché ogni caso è una realtà a sé stante ed ogni tumore deve essere considerato come una malattia rara avente una sua carta di identità genetica. Recentemente è stato scoperta una sorta di “gomma da cancellare” per correggere attraverso l’Rna la sintetizzazione sbagliata di proteine nella sclerosi multipla. Per i tumori si sta facendo un qualcosa di simile, contribuendo a creare gli “atlanti genetici” delle forme tumorali ovvero una mappatura del dna delle singole neoplasie e delle relative mutazioni per aiutare gli scienziati nella ricerca di una cura.
Perché vi sono dei tumori guaribili, altri che vengono “cronicizzati” al pari di un diabete, altri ancora per la quale la lotta viene affrontata giorno per giorno. E la mappatura serve proprio a colpire il tumore nel profondo, partendo dai ricettori e dalle sue cellule impazzite. Ed ancora agli enzimi che stimolano la crescita del cancro. Tutte “terapie” in sperimentazione grazie alla mappatura, che sembrano essere al momento vincenti, facendo ben sperare in una qualità ed in una aspettativa più ampia per i malati.
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Fonte: Corriere della Sera