Gli anticoagulanti orali (come Coumadin) sono farmaci che ostacolano la coagulazione del sangue e riducono il rischio di formazione di trombi. L’alimentazione e in particolare la restrizione dietetica delle fonti alimentari di vitamina K rappresenta un valido supporto alla terapia anticoagulante orale. Vediamo insieme quali sono i cibi da evitare.
Anticoagulanti e dieta
Quando si segue la terapia orale anticoagulante (TAO) è bene evitare l’eccessiva assunzione di alimenti ricchi di vitamina K, che potrebbero comprometterne l’efficacia. La TAO, infatti, serve a mantenere il sangue più fluido, in modo da ridurre il rischio di formazione di trombi all’interno dei vasi sanguigni. Gli anticoagulanti orali agiscono inibendo la vitamina K (in parte introdotta col cibo, in parte prodotta dal nostro intestino) e indirettamente rendono il sangue meno coagulabile. Con una dieta regolare raramente si hanno alterazioni nella risposta agli anticoagulanti che dipendono dall’alimentazione.
Anticoagulanti e cibi da evitare
(assunzione occasionale)
- Spinaci
- Broccoli
- Prezzemolo (crudo)
- Verza
- Cavolfiori
- Cima di rapa
- Germogli
- Cicoria
- Radicchio
- Cavolini di Bruxelles
- bietole
- Lattuga (e altra insalata verde)
- Crescione
- Asparagi
- Basilico fresco
- Fegato di bovino
- Prosciutto cotto o affumicato
- Olio di semi di soia
- Tè
- Spezie (basilico essiccato, timo essiccato, salvia essiccata, origano essiccato, maggiorana essiccata)
Anticoagulanti e cibi da moderare
(max 2-3 volte a settimana)
- Fagioli
- Piselli
- Burro
- Formaggi
- Grano intero
- Fegato di suino
- Prosciutto crudo
- Carne di maiale
- Grasso bovino
- Caffè
Quando si segue la terapia anticoagulante orale è bene anche evitare il fumo di sigaretta, in quanto ha un elevato contenuto di precursori della vitamina K, e l’assunzione di alcol, poiché interferisce con la metabolizzazione epatica dei farmaci anticoagulanti. Inoltre, bisogna prestare attenzione anche agli integratori a base di erbe quali iperico, salice bianco, ginkgo, china, aglio, spirea e tamarindo che potenziano l’effetto anticoagulante, mentre passiflora, ginepro, verbena e ginseng, hanno l’effetto contrario.
Via| AOTS – Azienda Ospedaliero – Universitaria “Ospedali Riuniti” Trieste; Photo Credit| Thinkstock