Lo chiamano video choc sull’eutanasia legale. Non condivido. E’ la storia di Piera Franchini, in un racconto pieno di lucidità e di forza, di intenso attaccamento ad una vita che non c’è più:
“sono morta il 13 Aprile quando il chirurgo mi ha detto che non c’era più nulla da fare. […] Dopo una settimana sono tornata, …mi sono sbagliata, ma no, non c’era più niente da fare. Ci sono solo i cerotti e ogni volta devo aumentare la dose.”
Con queste parole inizia il video testimonianza di Pierina Franchini, malata terminale a causa di un tumore al fegato, che si è spenta lo scorso novembre in Svizzera, per sua scelta, con quella che viene definita una “morte dolce“, l’eutanasia. Il perché di questa opzione è tutto racchiuso in 3 minuti di immagini e parole,un documento che è anche un testamento, girato mentre preparava le valigie, per il suo ultimo viaggio e durante lo stesso, ad opera della Associazione Luca Coscioni, che ora lo ha diffuso. La donna aveva risposto all’appello “AAA. Malati terminali cercasi” fatto per promuovere “Eutanasia Legale”, la campagna della Onlus a sostegno di una “buona legge sulle scelte di fine vita”. Ve lo mostro, per comprendere con voi come e perché una bella ed intelligente signora veneta scelga di andare a morire lontano da casa e dai suoi affetti.
Non pensate che Piera avesse ragione? Almeno dal suo punto di vista….Chi può decidere se non l’interessato? Sono conscia chiaramente delle implicazioni etiche che comporta l’eutanasia ed anche che esistono tante sfumature diverse per dare un significato a questa parola: molte condivisibili, altre meno. Ma lo choc per me non è la decisione di “bere una bibita e poi addormentarsi”, quanto di dover abbandonare la propria casa per farlo. Immaginate quanto sia difficile superare l’istinto di sopravvivenza? Ma un malato terminale non ha alternative se non il dolore. Negare il diritto ad una scelta è aggiungere sofferenza alla sofferenza, non credete anche voi? E questa sofferenza, come spiega Piera, a cosa serve?
La vita è un dono prezioso, che va vissuto sempre, comunque essa sia. Ma quando è arrivata l’ora della morte è un’altra cosa: perché non essere messi nella condizione di scegliere come effettuare il passaggio? Piera se ne è andata il 29 novembre del 2012, addormentandosi dopo aver bevuto una bibita.
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