Una cura alternativa per ogni tipologia di mal di testa, che esuli dai farmaci. Una possibilità sempre più reale, come dimostrato nel corso del convegno Pain, Emotion and Headache che si è tenuto a Stresa e nel quale sono stati presentati dei dispositivi davvero unici. Ma saranno risolutivi?
Questo incontro, organizzato dal Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta di Milano su cadenza biennale, raccoglie l’eccellenza internazionale degli esperti nello studio del mal di testa e delle sue cause. Ricercatori che ogni volta presentano dispositivi interessanti, ma quasi sempre in grado di curare solo alcuni sintomi di questo malessere e non le cause. Cerchiamo di spiegare con maggiore chiarezza. L’emicrania è il dolore che la persona prova rispetto alla perdita dell’equilibrio omeostatico del cervello, ovvero “l’ordine” degli impulsi nervosi. Quando l’attività subisce in qualche modo delle modificazioni, ecco comparire il disturbo. Come spiega Gennaro Bussone, direttore Centro Cefalee sopra citato:
Il dolore emicranico è il frutto di un’alterazione di questo equilibrio omeostatico. Tutti siamo consci della nostra normalità, e se si altera ce ne accorgiamo, perché l’insula è collegata alla corteccia cingolare che elabora emotivamente la situazione di squilibrio, producendo in risposta ciò che percepiamo come dolore. Ed essendo una risposta emotiva, il mal di testa cambia a seconda della personalità di ognuno.
A seconda delle reazioni abbiamo differenti tipi di mal di testa. L’emicrania viene definita la risposta dolorosa di un organismo passivo, mentre la cefalea a grappolo, per fare un esempio, è considerata una risposta che comprende, prima della “resa”, un attacco allo squilibrio. Se poi si condisce il tutto con la reazione del soggetto colpito derivante dalla sua personalità, va da sé che il quadro che si forma è decisamente più complesso.
L’abuso di farmaci antidolorifici può causare dei rallentamenti dell’attività cerebrale: motivazione per la quale si sta puntando a nuovi approcci terapeutici come neurostimolatori esterni da applicare all’altezza del nervo vago, come il Gammacore o il braccialetto per acupressione simile a quelli utilizzati per combattere la nausea. Numerosi trial clinici sono in corso in tal senso. La speranza è che qualcuno di questi possa dimostrare l’efficacia di questi strumenti. Non resta che attendere il verdetto.
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