La crisi colpisce anche la salute dei più piccoli. I problemi economici portano gli adulti a non sottoporsi spesso ai necessari check up e purtroppo anche a fornire una minore assistenza sanitaria ai più piccoli: gli interventi vengono relegati a ciò strettamente necessario, portando addirittura ad un anticipo dello svezzamento dei neonati.
Avvenimenti questi che non vanno sottovalutati: sapevate che con uno svezzamento precoce vi è anche una maggiore possibilità di intolleranze alimentari? Circa l’80% delle famiglie italiane non riesce a far fronte a tutte le necessità sanitarie dei più piccoli e questo si trasforma in comportamenti che dovrebbero essere evitati.
Paidoss, il nuovo Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia recentemente inaugurato dal prof. Giuseppe Mele è stato in grado di ricostruire attraverso due indagini dedicate e coinvolgendo genitori e pediatri, quale sia l’attuale situazione italiana. Le spese per le visite specialistiche si sono ridotte a meno della metà rispetto a qualche hanno fa ed addirittura il 60% dei genitori anticipa lo svezzamento. Molti fanno fatica persino a fornire al proprio bambino quello che potremmo definire “baby food”, i cibi appositamente preparati per loro, tra i quali figura il latte in polvere da utilizzare in mancanza di quello materno. Per le famiglie italiane è diventato difficile seguire i consigli del pediatra a discapito del prodotto che costa meno. Ormai si cerca solo quello.
La situazione, ovviamente, viene considerata da tutti i lavoratori del settore allarmante e con cognizione di causa. Una mancata valida assistenza ed i comportamenti errati dei genitori dei confronti dei figli possono portare alla nascita di patologie o all’inasprimento delle malattie pregresse presenti. Il problema risiede non solo nella stessa crisi economica ma anche nella mancanza di strumenti adeguati a dare il giusto supporto alla popolazione anche in questi momenti di difficoltà. Commenta il prof. Mele:
Siamo di fronte ad una situazione che si profila allarmante, denunciata da 600 pediatri di famiglia di lunga esperienza. L’indagine, che ha coinvolto il nostro Paese da Nord a Sud, conferma un disagio ‘economico’ pesante sulle famiglie, avvertito nel 90% dei casi (19% molto, 71% abbastanza) in misura maggiore rispetto al passato e sintomo di prospettive poco tranquillizzanti anche per il futuro. Non sono solo le indagini diagnostiche a segnare il passo, ma anche la prevenzione nel suo complesso registra un preoccupante arresto; l’accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, disabili, per gli adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta.
Viene auspicato un intervento delle istituzioni. La vera domanda da porsi è: come?
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