L’immunoterapia specifica (AIT) è ancora molto poco usata in Italia. Ed è un vero peccato perchè, dati alla mano, è tra le terapie più sicure e di successo contro le allergie.
Cosa è l’immunoterapia specifica
L’immunoterapia specifica è in pratica il vaccino curativo contro le allergie. Purtroppo la scarsa informazione è la causa del basso utilizzo di questo rimedio. Si tratta di un approccio che può guarire la persona della patologia ma che nonostante questo, a causa di un atteggiamento poco disponibile nei confronti del processo, continua a non essere considerato la terapia di elezione da parte di coloro che sono affetti da allergia: statisticamente una sola persona su 10 vi si sottopone.
Come agisce l’immunoterapia specifica
La particolarità che rende l’immunoterapia specifica unica nel suo genere è che è l’unico trattamento esistente che è in grado di agire sulle cause e non solo sui sintomi delle allergie respiratorie e da veleno degli imenotteri. I medici spesso non vogliono riferirsi a loro come vaccini ma come farmaci immunologici: agendo in maniera specifica sul sistema immunitario sono in grado di normalizzare una risposta esagerata dell’organismo nei confronti allergeni ambientali (pollini, muffe, acari della polvere, epiteli di animali domestici, N.d.R.) o veleni di imenotteri.
Essa per l’appunto al suo interno contiene gli allergeni nei confronti dei quali la persona presenta l’allergia: questi vengono purificati e trattati in modo tale che possano essere percepiti dal corpo umano come innocui pur essendo in grado di stimolare il sistema immunitario alla produzione di anticorpi specifici. E’ in questo modo che il paziente presenta poi sintomi meno forti o nessun sintomo quando a contatto con i “protagonisti” delle sue allergie.
Perché scegliere l’immunoterapia specifica
Lo scegliere come approccio l’immunoterapia scientifica porta a prevenire tutta una serie di patologie e complicanze legate alle allergie respiratorie. E stato tra l’altro provato che dopo un trattamento continuo per 3 anni il suo effetto permane nell’organismo in modo duraturo anche dopo aver cessato il suo utilizzo.
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