Il penultimo capitolo della vicenda drammatica di Eluana Englaro è stato appena scritto. Per l’ultimo dovremo aspettare tre giorni. E’ quello che garantiscono dalla clinica “la Quiete” di Udine, dove questa notte la giovane lecchese è stata trasportata.
Tra le proteste del mondo cattolico, ma anche di metà di quello politico, poco dopo la mezzanotte Eluana è stata prelevata con un’ambulanza dalla sua abitazione per poterla portare in Friuli, dove il direttore della clinica ha deciso di valutare la situazione e di interrompere, se lo riterrà opportuno, l’alimentazione forzata alla donna.
La Chiesa si oppone fortemente, parlando di omicidio, di eutanasia, fino a lanciare un appello per fermare “quella mano assassina” lanciato dal cardinale Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, carica equivalente al nostro Ministro della Salute. In tutto questo caos non poteva mancare il parere di colui che ha contribuito più di tutti a crearlo, e cioè il Ministro Sacconi, che ha deciso di indagare su qualche difetto di forma per evitare all’ultimo istante che si interrompa l’alimentazione. Insomma, le sta provando tutte per far sì che non venga rispettata la sentenza di un giudice italiano.
Nel frattempo, mentre si cerca in tutti i modi di ostacolare la procedura, si è trovato chi assumerà la responsabilità di staccare il sondino ad Eluana. Si tratterà di un medico dell’associazione “Per Eluana”, composta dal primario di terapia intensiva dell’ospedale di Udine Amato De Monte e da altri medici e tecnici specializzati. Questa procedura verrà attuata, fa sapere il legale della famiglia, tra tre giorni, dopo che il padre di Eluana, il signor Beppino Englaro (non ancora giunto ad Udine) firmerà l’autorizzazione. Ovviamente sempre che in queste ultime ore non capiti qualcos’altro, come qualche provvedimento simile a quello del Ministro Sacconi di qualche settimana fa. La vicenda Eluana sta per chiudersi, e forse è un bene per tutti: per lei, per la famiglia, ma anche per l’Italia.