Il professor Umberto Veronesi torna a parlare dell’esigenza di un testamento biologico che eviti si ripetano casi analoghi e vicende giudiziarie lunghe e dolorose per i familiari come nel caso di Eluana Englaro.
Un’esortazione al mondo politico, la sua, affinchè si prendano decisioni saggie e coraggiose e si legiferi in materia di bioetica, tracciando confini netti tra il reato di eutanasia e la sospensione dei trattamenti quando non resta più alcuna speranza di sopravvivenza per i pazienti in coma.
Veronesi si è espresso a favore di una maggiore chiarezza legislativa che regolamenti casi simili a quelli Englaro, nel corso della riunione semestrale della Forza Operativa nazionale sul carcinoma mammario, in corso di svolgimento a Genova.
La vicenda di Eluana Englaro, iniziata nel lontano 1992, sembra essere giunta al suo capolinea, dopo la decisione della Corte d’Appello di Milano di non consentire ulteriori ricorsi, giudicati inammissibili, da parte della Procura.
Diventa dunque definitiva la sentenza pronunciata dai giudici nel luglio scorso, che consente la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale per la giovane in coma vegetativo permanente da ben diciassette anni. In tribunale, dunque, la lotta di Beppino Englaro, padre di Eluana, si è conclusa con un successo, per quanto tale si possa definire in circostanze così drammatiche, la vittoria giudiziaria riportata sul diritto a morire di una figlia sofferente. Ma quanti altri casi restano e resteranno irrisolti e necessitano pertanto di nuove misure legislative in Parlamento? Proprio su questo punto batte il professor Veronesi, quando dichiara:
Il testamento biologico sarebbe la soluzione a tutti i futuri casi simili a Eluana Englaro. Tutti i Paesi del mondo lo hanno già applicato. Ma in Italia ci sono molte proposte in Parlamento misteriosamente ferme da anni. Il testamento biologico è esattamente l’opposto dell’eutanasia.
E’ necessaria una nuova legge sul consenso informato che dia diritto a ogni cittadino di accettare o rifiutare anche cure di sostegno, non solo cure terapeutiche. Dobbiamo cautelarci per il momento possibile in cui a causa di un incidente o di un trauma non potremo più esprimere la nostra volontà. Dobbiamo essere in grado di dare direttive anticipate ai medici dicendo ‘adesso non posso parlare perche’ sono in coma, però quando ero lucido e sano di mente, ho deciso che mi venissero applicate alcune cure determinate e altre no. E’ questo il testamento biologico.