Il tempo cambia e di conseguenza l’umore va su e giù. Se il cielo è grigio assale un senso di angoscia e tristezza, se è azzurro è la serenità a farla da padrona. Questo in sintesi il fenomeno della meteoropatia, che pare affligga un gran numero di italiani, uno su quattro stando ai recenti dati pubblicati dalla rivista Airone che ha dedicato all’argomento la copertina di aprile ed un ampio ed interessante approfondimento.
In realtà dietro alle emozioni fortemente mutevoli e influenzate dal clima del meteoropatico si nasconde un processo ben più complesso, spiegato scientificamente dagli esperti che indagano da anni sulle effettive cause degli sbalzi d’umore legati al meteo. L’imputato numero uno dell’ipersensibilità verso le condizioni del tempo pare che sia l’Acth, un ormone prodotto dall’ipofisi, una ghiandola localizzata alla base del cranio, responsabile di aumentare l’ansia.
Quando il tempo è brutto la quantità di “ansiolitico” prodotto si amplifica, e così ci assale un senso di tristezza che imputiamo al cielo grigio ma che nasce in realtà dall’interno del nostro organismo come reazione ad una condizione meteorologica.
Ma il magone e l’apatia causate dal brutto tempo non sono da attribuire esclusivamente al ruolo dell’Acht: quando in cielo non splende il sole e le nubi si addensano cupe il nostro corpo produce infatti anche un minor numero di endorfine, con un notevole abbassamento della soglia del dolore, e tutte le conseguenze che questo comporta: malumore, nervosismo, facile irritabilità, tristezza.
Una sindrome da cielo grigio che oggi colpisce molte persone in Italia e nel mondo, ma che anche in passato non ha risparmiato di colpire personaggi illustri, come Cristoforo Colombo, Mozart, Napoleone. Certo ci consola sapere che anche i “grandi” siano stati intaccati da un disturbo così comune, ma davanti ad una giornata senza sole nessun pensiero può essere così consolante da spazzare via le nubi e riportare il buon umore, o almeno non per i meteoropatici!
[Fonte: Ansa]