Per gli italiani, la salute riveste un ruolo centrale, è, infatti, al secondo posto dopo la famiglia. Inoltre, sono sempre più numerose le persone che si rivolgono alla medicina alternativa e alle nuove pratiche, in modo particolare i più giovani.
I numeri parlano chiaro, come sottolinea anche il presidente ISPO, Renato Mannheimer, per il 29% degli italiani, la salute è la cosa più importante, più del lavoro e dell’amore, mentre il 61% la colloca tra le prime 3 cose che contano nella vita. L’ISPO, infatti, su richiesta di Astra Zeneca, ha condotto una ricerca che rappresenta la prima iniziativa dell’Osservatorio Salute, un progetto che si propone di monitorare il comportamento degli italiani rispetto ai temi della salute.
Dai risultati dello studio, è emerso come l’86% delle persone abbia un giudizio positivo sulle proprie condizioni di salute. Ma anche in fatto di prevenzione e benessere, i dati sono piuttosto confortanti, con un picco nella popolazione fra i 35 e i 44 anni. In generale, le donne si dimostrano maggiormente informate rispetto agli uomini. Inoltre, la consapevolezza dell’importanza della prevenzione aumenterebbe di pari passo con il grado di istruzione. Ma la medicina tradizionale e la prevenzione non sono le uniche cose che stanno a cuore ai nostri connazionali.
Dall’indagine, infatti, è emerso come le nuove pratiche stiano prendendo lentamente piede. Il 16% degli italiani, dichiara di frequentare SPA o centri benessere e di seguire corsi sul pensiero positivo, il 15%, invece, ricorre a massaggi rilassanti, ayurvedica e allo shatzu, e l’8% pratica il reiki, la meditazione, lo yoga o gli esercizio di bioenergetica. Gli studiosi, poi, hanno individuato diversi atteggiamenti nei confronti della salute, ed esattamente 6 profili.
Come spiega Mannheimer, ci sono i “tradizionalisti puri”, che costituiscono il 43% dell’intera popolazione e che si rivolgono solo ed esclusivamente alla scienza e alla medicina. Si tratta per lo più di persone in là con gli anni e spesso residenti in Centro Italia. Seguono gli “indifferenti”, che non mostrano alcun interesse per le nuove pratica tanto meno per la prevenzione tradizionale, e si tratta di anziani e più spesso uomini. Poi, ci sono i tradizionalisti “aperti”, attenti al benessere e alla prevenzione tradizionale ma disponibili a provare nuove pratiche, i “new agers”, attenti alle nuove pratiche, ma non alle forme tradizionali, infine, gli “olistici“, che mostrano un’attenzione elevata verso il benessere e la prevenzione in senso tradizionale accompagnata dal ricorso anche alle nuove pratiche.