94 embrioni sono stati persi al centro di procreazioni assistita del San Filippo Neri di Roma a causa di un guasto all’impianto di azoto liquido per la crioconservazione di materiale biologico. Inoltre, sono andati distrutti anche 130 ovociti e 5 campioni di liquido staminale. L’incidente ha danneggiato 34 coppie che si erano affidate all’ospedale per coronare il sogno di essere genitori, e per alcuni, quelle provette erano forse l’ultima spiaggia.
L’incidente, come ha riferito la stessa direzione generale dell’azienda ospedaliera, che per prima ha diffuso la notizia, è da attribuire ad un innalzamento della temperatura, con azzeramento del livello di azoto, e lo svuotamento del serbatoio.
Come ha spiegato Francesco Timpano, responsabile del Centro di procreazione assistita del San Filippo Neri:
L’impianto di crioconservazione, collocato per motivi logistici nei sotterranei dell’ospedale è gestito da una ditta appaltatrice, la Air Liquide, che ha il monopolio dell’azoto liquido negli ospedali. La manutenzione è continua: il rifornimento è settimanale ma la verifica del livello della sostanza è giornaliera, in modo tale che, se c’è un maggior consumo, i tecnici intervengono immediatamente. Qualcosa però non è andato come sarebbe dovuto, c’è stato un inspiegabile innalzamento della temperatura per mancata compensazione di azoto nei contenitori del materiale biologico e gli embrioni sono stati distrutti.
Nel frattempo, è stata disposta un’ispezione per martedì prossimo per verificare con precisione quanto accaduto e accertare il rispetto di tutte le norme di sicurezza previste dai protocolli di crioconservazione che devono essere applicati in un Centro Pma.
Rabbia e dolore invece hanno scandito le ultime ore delle 34 coppie coinvolte, loro malgrado, nella vicenda, che sono intenzionata ad avviare un’azione legale per essere risarciti del danno. L’Ospedale ha manifestato tutta la sua solidarietà alle coppie e si dichiara parte lesa, anche se per motivazioni diverse.
Chiaramente, non sono mancate le polemiche, e secondo Severino Antinori, il presidente dell’associazione mondiale medicina della riproduzione, ci sono gravi responsabilità da parte dell’ospedale e della Regione Lazio.
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