Le scelte alimentari di oggi, nella maggior parte dei casi, sono basate sulla pubblicità televisiva, e a queste segue una dieta molto squilibrata, secondo un nuovo studio che mette a confronto il contenuto nutrizionale delle scelte alimentari influenzate dalla televisione e le linee guida nutrizionali. Lo studio è stato pubblicato nel numero di giugno del Journal of American Dietetic Association.
I ricercatori hanno riscontrato che una dieta da 2.000 calorie è costituita interamente da alimenti pubblicizzati i quali conterrebbero porzioni superiori di 25 volte a quelle raccomandate di zuccheri e 20 volte le porzioni raccomandate di grassi, ma meno della metà delle porzioni raccomandate di verdure, latticini e frutta. Infatti, l’eccesso di zuccheri e di grassi è così grande che, in media, mangiare solo uno dei prodotti alimentari osservati offrirebbe più di tre volte le porzioni giornaliere raccomandate per gli zuccheri e due volte di grasso per l’intera giornata.
I risultati di questo studio suggeriscono che i cibi pubblicizzati in televisione tendono ad un eccesso di offerta di nutrienti associati a malattie croniche (ad esempio, i grassi saturi, colesterolo e sodio) e di forniture insufficienti di elementi nutritivi che aiutano a proteggere contro le malattie (ad esempio, fibre, vitamine A, E, e D, calcio e potassio)
spiega il coordinatore della ricerca Michael Mink, primario e docente alla Armstrong Atlantic State University di Savannah, Georgia.
I ricercatori hanno analizzato 84 ore di programmi in prima serata e 12 ore di trasmissione televisiva del sabato mattina nel corso di un periodo di 28 giorni nel 2004. ABC, CBS, Fox ed NBC sono stati analizzati a rotazione per sviluppare un profilo completo di ciascuna rete, anche se le reti italiane sono molto simili a queste e dunque i dati valgono anche per il nostro Paese. Il segmento dei cartoni animati del sabato mattina (8:00-11:00) conteneva pubblicità alimentari rivolte principalmente ai bambini.
Tutte le 96 ore di osservazioni sono state videoregistrate e riesaminate in seguito per identificare la pubblicità degli alimenti e prodotti alimentari specifici promossi. Ogni elemento alimentare era poi analizzato a seconda del suo contenuto nutrizionale. Anche le dimensioni delle porzioni sono state prese in considerazione.
L’articolo indica che tali pubblicità non rispettano le raccomandazioni della Food Guide Pyramid (la piramide alimentare) in cui ogni gruppo alimentare veniva stravolto. In un giorno medio il cibo pubblicizzato conteneva porzioni eccessive di zuccheri, grassi, carne e porzioni inadeguate di latte, frutta e verdura. La situazione è simile per i nutrienti essenziali, con i prodotti alimentari con sovraporzioni di otto sostanze nutritive: proteine, selenio, sodio, niacina, grassi totali, grassi saturi, colesterolo e tiamina. Questi nutrienti invece venivano sottopubblicizzati: ferro, fosforo, vitamina A, carboidrati, calcio, vitamina E, magnesio, rame, potassio, acido pantotenico, fibre e vitamina D.
Gli autori affermano che le avvertenze nutrizionali sugli alimenti sono squilibrate proprio come avviene in un altro campo molto delicato come la pubblicità dei farmaci. Queste le conclusioni dello studio:
In primo luogo, il pubblico dovrebbe essere informato circa la natura e l’entità delle distorsioni nella pubblicità degli alimenti in tv. Le iniziative formative devono individuare i nutrienti specifici che tendono ad essere in eccesso nell’offerta e devono specificare i singoli elementi che superano i valori nutrizionali di un’intera giornata per quanto riguarda gli zuccheri e i grassi. In secondo luogo, gli sforzi educativi dovrebbero fornire ai consumatori le competenze per distinguere le selezioni alimentari equilibrate dalle selezioni squilibrate. Terzo, il pubblico dovrebbe essere diretto verso stabili linee guida nutrizionali ed altre risorse per rendere credibili le scelte alimentari salutari.
[Fonte: Sciencedaily]