E’ durata appena 24 ore quella sensazione di vittoria dopo che Papa Benedetto XVI aveva dichiarato:
In alcuni casi l’uso del preservativo può essere giustificato.
Immediatamente la notizia era rimbalzata in tutto il mondo come apertura della Chiesa agli anticoncezionali, ma anche il pontefice stesso aveva cominciato a ritrattare, sempre sulle stesse pagine del libro “Luce del Mondo” in cui era contenuta l’intervista in questione, spiegando che
Tuttavia, questo non è il modo vero e proprio per vincere l’infezione dell’Hiv.
La notizia vera era però la prima frase, e così messaggi di speranza si sono diffusi nell’intero globo, dopo che qualche mese fa lo stesso pontefice sbagliò tempi e modi spiegando, durante il viaggio in Africa, che la Chiesa non accettava l’uso del preservativo. Nessuno poteva illudersi che la Santa Sede avesse cambiato idea, ma un piccolo spiraglio poteva dare la speranza che milioni di cristiani che non utilizzavano il preservativo a causa delle convinzioni religiose, potessero finalmente cominciare ad usarlo.
Tutto inutile. A ritrattare le parole del Papa ci pensa oggi Padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, il quale ha spiegato che il Santo Padre non aveva mai dichiarato con tanta chiarezza il suo pensiero riportato nel libro, ma che
il Papa non giustifica moralmente l’esercizio disordinato della sessualità, ma ritiene che l’uso del profilattico per diminuire il pericolo di contagio sia “un primo atto di responsabilità”, un primo passo sulla strada verso una sessualità più umana, piuttosto che il non farne uso esponendo l’altro al rischio della vita.
Tradotto significherebbe che sarebbe giustificato nel caso delle prostitute che potrebbero diffondere l’HIV, ma la linea guida resta sempre la stessa: l’astinenza. Quello che la Chiesa vuol ribadire è che non c’è nessuna fiducia nel profilattico in quanto è
attenta a scoprire i piccoli passi, anche se solo iniziali e ancora confusi, di una umanità spiritualmente e culturalmente spesso poverissima, verso un esercizio più umano e responsabile della sessualità.
E non fa niente se l’Onu aveva dichiarato questa mossa “un significativo passo in avanti”. La Chiesa, seppur senza tanta convinzione, l’ha ritrattata, ma ormai la pulce nell’orecchio è stata messa, e speriamo non venga tolta tanto facilmente.
[Fonte: Repubblica]