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Umberto I, quattro giorni legata in barella: la ricostruzione degli eventi

 Quattro giorni passati in stato comatoso ed legata su una barella del policlinico Umberto I di Roma in attesa di un ricovero nel reparto di neurologia: il caso della donna di 59 anni  affetta da alzheimer precoce ed ematoma subdurale  è diventato presto di dominio pubblico, accendendo i riflettori su quello che si è subito trasformato in un caso nazionale.

La Regione Lazio, responsabile della gestione dei nosocomi, ha ricostruito gli avvenimenti succedutisi dall’arrivo della paziente in ospedale fino al suo ritrovamento sul presidio ospedaliero legata e senza nutrizione. La donna, precedentemente considerata “non di competenza chirurgica “ da parte dello specialista, viene inviata direttamente al pronto soccorso dall’ambulatorio per il morbo di alzheimer della struttura stessa, per il sospetto di ematoma subdurale in seguito a delle cadute.

Secondo la ricostruzione effettuata dal congiunto del paziente, la madre aveva manifestato peggioramenti improvvisi, rappresentate dalle suddette cadute improvvise, problemi di deambulazione e rifiuto dell’alimentazione.

L’accettazione con codice giallo avviene alle ore 11 e 17 del 17 febbraio con codice giallo.

Vengono eseguiti, nella stessa giornata dell’accettazione, tutti gli accertamenti strumentali e di laboratorio necessari ivi compresi una ecografia aorta addominale e due TAC cerebrale con successiva consulenza neurochirurgica e neurologica.

Nel corso dell’esame obiettivo la donna presenza delle condizioni generali in peggioramento, vigile ma non collaborante. Inoltre non risponde ad ordini semplici ed inizia a soffrire di crisi convulsive. I farmaci vengono somministrati via flebo e previa autorizzazione viene effettuato un contenimento superiore degli arti.

Per via delle crisi convulsive la paziente, già risultante problematica per alimentazione via sondino nasogastrico per evitare polmonite da ingestione, non può essere alimentata per bocca. Si parte quindi con un sostegno via endovenosa  tramite soluzione fisiologica e glucosata, alle quali si succedono tre trasfusioni previo consenso famigliare.

E’ a questo punto, dopo la stabilizzazione che sembrano essere sorti i problemi che hanno portato la donna ad essere scoperta dalla commissione senatoriale presieduta da Ignazio Marino. Intanto, la presidente della Regione Lazio Renata Polverini rassicura sullo stato della sanità pubblica.

I cittadini del Lazio possono continuare a fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di tutto il personale altamente qualificato, medico e non medico, impegnato quotidianamente a garantire il diritto alla salute delle persone. Questo è il mio impegno principale, insieme alla certezza che alla signora in cura presso il Policlinico Umberto I è garantita la massima assistenza.  A tutela della sanità pubblica e della sua eccellenza e nella massima trasparenza, per evitare strumentalizzazioni, comunicheremo tutte le informazioni in merito al caso.

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