Nel campo delle soluzioni anticalvizie, il termine camouflage si riferisce a quei prodotti cosmetici progettati per “mascherare” il diradamento dei capelli e restituire all’occhio la parvenza di una capigliatura folta e naturale. Oltre alle maschere ideate per colorare il cuoio capelluto nell’ anima cromatica che più si avvicina al colore dei propri capelli, spiccano per resa estetica le microfibre di cheratina in polvere, in grado di integrarsi con i capelli residui attraverso un ancoraggio “elettrostatico”, resistente al vento e all’acqua, ma facilmente rimovibile con un normale shampoo.
Si tratta ovviamente di rimedi estemporanei, della durata di poche ore, che possono tuttavia restituire una certa serenità a chi, uomo o donna, vive con disagio e imbarazzo il problema della perdita dei capelli. Il ricorso alle microfibre di elastina può essere considerato particolarmente efficace nel caso in cui l’autotrapianto dei capelli risulti ancora prematuro, ma anche in attesa che i trattamenti medici – finasteride o minoxidil topico – e/o chirurgici conseguano i risultati previsti.
Candidate al camouflage sono sicuramente quelle donne, affette da alopecia androgenetica, che non presentano una sufficiente densità nell’area donatrice occipitale e che si ritrovano con capelli privi di un adeguato diametro del fusto, condizioni per cui si sconsiglia l’approccio chirurgico. Bypassare tale limite praticando il prelievo dei bulbi dalle zone laterali e temporali del cuoio capelluto risulterebbe in questo caso azzardato quanto controproducente poiché un futuro diradamento di queste aree porrebbe in evidenza la relativa cicatrice.
Un’altra categoria elettiva è costituita da quei soggetti giovani che si ritrovano con una calvizie prematura. La soluzione migliore, risulta essere il trattamento medico associato al camouflage, strategia che consente di valutare – con il passare del tempo – l’ulteriore progressione del diradamento e di decidere l’eventualità di un trapianto chirurgico.