Il prossimo 29 ottobre si celebrerà la Giornata mondiale della psoriasi. Quest’ultima è una patologia dermatologica autoimmune che non può contare su una cura definitiva ma che può essere tenuta sotto controllo attraverso l’impiego di pomate topiche e farmaci specifici. Ma non bisogna dimenticare, in questo caso, di dare il giusto sostegno psicologico ai pazienti in aggiunta alle terapie.
Le manifestazioni di questa malattia spesso possono raggiungere gravi picchi, in grado non solo di procurare dolore alla persona affetta da psoriasi, ma anche del grave imbarazzo sociale. Non sempre l’espressione cutanea di questa malattia della pelle appare in luoghi che si possano nascondere facilmente all’occhio della gente. Ad esempio anche il cuoio capelluto può manifestare i sintomi dello sviluppo della psoriasi, causando nella persona affetta insicurezza ed il disagio al contatto pubblico.
Nel corso della giornata mondiale saranno molte le iniziative su tutto il territorio, patrocinato dalle aziende sanitarie regionali e provinciali, al fine non solo di dare una corretta informazione sulla malattia e presentare i risultati finora raggiunti dalla ricerca medica dedicata. Verranno infatti dati dagli esperti gli strumenti psicologici necessari ai malati per poter convivere con questa malattia autoimmune dermatologica senza per questo subire dei forti contraccolpi nella sfera intima e personale. Saranno indicati Centri Specialistici nei quali le persone potranno entrare in contatto con personale serio e preparato che possa aiutarle a verificare se la propria terapia è efficace ed eventualmente trovare soluzioni applicabili migliori.
Il punto della giornata e dell’Adipso (Associazione per la difesa degli psoriaci), tra i patrocinanti nel nostro paese, è quello di dare al malato di psoriasi un’assistenza completa, sia dal punto di vista fisico che psicologico, affinché la persona affetta dalla patologia possa condurre una vita il più possibile priva di ostacoli. E’ incredibile il numero di persone che rinuncia ad avere una propria vita perché affetta da questa malattia. Informazioni corrette e l’adeguato supporto possono fare molto.
Photo Credit | Thinkstock