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Elettrostimolatori, come e quando usarli

In televisione e nelle televendite impazzano gli elettrostimolatori, ma sono davvero efficaci per tonificare e far dimagrire? L’elettrostimolazione prevede l’uso di un apparecchio che stimola le fibre muscolari attraverso impulsi elettrici a bassa frequenza. Le contrazioni fisiologiche imposte consentono ai muscoli di acquistare volume, forza, resistenza e di bruciare le riserve di grasso localizzato. Commenta il dottor Piero Volpi, traumatologo sportivo all’ospedale Galeazza di Milano

«L’elettrostimolazione è stata originariamente applicata nella pratica clinica per rieducare e recuperare quei gruppi muscolari, in particolare degli arti inferiori, resi ipotrofici da una immobilizzazione gessata dopo una frattura o un intervento chirurgico, specialmente in persone anziane incapaci o impossibilitate ad eseguire attività fisiche rieducative. In seguito il suo utilizzo si è esteso in medicina sportiva, riabilitativa, fitness e benessere»

 I vantaggi dell’elettrostimolazione, dicono gli esperti, sono quelli di sviluppare la massa muscolare, senza eseguire allenamenti specifici, con risparmio di tempo e lavoro fisico. Continua Volpi

 «La principale critica però consiste nel ritenere che l’attivazione delle unità motorie con elettrostimolatori avviene secondo prerogative differenti rispetto a quelle naturali e quindi stimolando un tessuto che avrà caratteristiche biomeccaniche differenti rispetto a quello naturale. Inoltre l’azione su muscoli sani non sembra avere le stesse risposte che si ottengono su un muscolo leso»

E’ necessario ricordare che l’elettrostimolazione, agendo solo su uno o due muscoli alla volta, se è molto utile per riabilitare i muscoli di un arto immobilizzato in seguito ad infortunio, non può sostituire una seduta di allenamento ma solo integrarla validamente. L’effetto drenante della contrazione muscolare provocata viene sfruttato oggi sia in campo strettamente terapeutico sia estetico: per quanto riguarda la “tanto odiata” cellulite, l’applicazione dell’elettrostimolatore favorisce l’effetto drenante della pompa muscolare sul ristagno di liquidi, rallentando così il processo di formazione delle placche cellulitiche. Gli esperti, infatti, sconsigliano l’uso di correnti monofasiche se non ci si allena sotto controllo di un’istruttore o di un fisioterapeuta. Sottolinea il traumatologo

«L’uso dell’elettrostimolatore andrebbe sempre affiancato ad un lavoro fisico naturale (es. esercizi in palestra, cyclette, piscina) e non dovrebbe mai essere eseguito isolatamente, per esempio di sera davanti alla tv o prima di andare a dormire. L’utilizzo smodato in termini di tempo e frequenza può produrre effetti lesivi e dolori muscolari»

Per quanto riguarda invece il campo più strettamente medico, l’apparecchio aiuta a recuperare tono e trofismo muscolare, ovvero contrattilità e volume dei muscoli colpiti magari da un incidente. Dice Volpi

«L’elettrostimolazione attivando il muscolo mediante la stimolazione delle placche neuromotorie, recupera in tempi rapidi il tono muscolare; consente, attraverso onde elettriche differenti, di agire sul rilassamento e sul dolore in molteplici forme di contrattura, anche nella colonna vertebrale»

 L’apparecchio è in grado di sedare la trasmissione dolorosa, che dalle zone sofferenti viene inviata al cervello, “spegnendo” temporaneamente, grazie agli impulsi elettrici, le terminazioni nervose della zona interessata. Questa redazione, senza assunzione di farmaci, consente di affrontare il percorso riabilitativo con impegno da parte del paziente perché abbrevia i tempi di guarigione.