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Pennarelli cancerogeni provenienti dalla Cina, l’allarme dell’Aduc

Dopo il latte in polvere e i suoi derivati (biscotti, bevande), dopo i giocattoli e i vestiti realizzati con materiali tossici, un altro allarme made in China mette stavolta in guardia dall’acquisto inconsapevole di pennarelli ad alto contenuto di sostanze cancerogene, potenzialmente nocivi per i nostri bambini.

A sollevare per prima la questione fu l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori che, qualche mese fa, esattamente a settembre del 2008 evidenziò l’alto contenuto di ftalati e nitrosammine, nelle tempere per dita, così come era emerso da uno studio effettuato in Svizzera. Oggi, a seguito di un’interrogazione parlamentare dei senatori del Pd Donatella Poretti e Marco Perduca, il Ministero della Salute ha chiarito in un comunicato la presenza di principi cancerogeni nei pennarelli, in particolar modo quelli di origine non identificabile o cinese.

Pare, infatti, che nelle otto classi di prodotti per colorare analizzate, si sia riscontrato nel 75% dei casi un alto tasso di benzene, cancerogeno numero uno, e nel restante dei casi contaminazione da cadmio e cromo, al di sopra dei parametri stabiliti dall’Ue. Nel 37,5% del campione in esame la provenienza dei pennarelli risultava sconosciuta, senza etichetta che ne certificasse la provenienza, ma il restante 62,5% portava il marchio cinese.
Il Ministero della Salute ha già predisposto il sequestro della merce non a norma, ma si raccomanda ai genitori una certa prudenza nell’acquisto, controllando sempre che sulla confezione sia indicata la provenienza del prodotto ed evitando, fino a che non verranno effettuati ulteriori accertamenti, di acquistare pennarelli made in China, come riporta anche la stessa Aduc:

Ai genitori consigliamo di verificare la provenienza di colori e pennarelli e di evitare l’acquisto di prodotti cinesi almeno fino a quando non saranno concluse le indagini. Da evitare, comunque, l’acquisto di prodotti privi della indicazione del Paese di origine.

Troppo gli allarmi sanitari giunti finora dall’Estremo Oriente per limitarsi periodicamente a controlli e sequestri, dopo segnalazioni di consumatori che magari sono già incappati nel disagio o ancora di altri Paesi extra-europei. L’ennesima allerta solleva questioni più spinose da risolvere: evitare, alla fonte, che i prodotti rischiosi per la salute entrino in circolazione sul mercato con misure restrittive più severe di quelle attuali.
[Fonte: Aduc]