La Food and Drug Administration americana ha dato il via libera ad un farmaco economico alternativo ad Humira, il medicinale più utilizzato per contrastare l’artrite reumatoide ed altre malattie infiammatorie di simile tipologia. Cosa significa questo? Maggiore possibilità futura di cura per i pazienti.
Statisticamente si tratta del quarto farmaco biosimilare approvato in assoluto dall’istituzione americana. A differenza del continente europeo dove questa tipologia di medicinale viene prodotta e messa in commercio da tempo. Si potrebbero curare molti più pazienti e risparmiare un sacco di soldi con l’utilizzo di questa classe di farmaci negli Stati Uniti. Entriamo nello specifico di questo farmaco. L’Amjevita (adalimumab-atto) è stato approvato per il trattamento delle seguenti malattie
- Artrite reumatoide da moderata a severa
- Artrite psorisiaca
- Anchilosite spondilante
- Morbo di Crohn da moderata a severa
- Colite ulcerosa da moderata a severa
- Psoriasi a placche da moderata a severa.
Questo medicinale è inoltre indicata per l’artrite idiopatica poliarticolare giovanile nei pazienti a partire dai 4 anni di età, ovviamente sotto controllo medico ed elargendo ai malati o ai loro caregiver tutte le indicazioni necessarie. Come sottolinea il direttore del centro valutazione farmaci della FDA, la dott.ssa Janet Woodcock, la speranza che risiede in tale via libera è che possa essere favorito l’accesso alle cure della popolazione.
Al pari di ciò che accade in Europa un farmaco biosimilare è un prodotto biologico approvato sulla base della quasi uguaglianza di un medicinale già esistente con la quale condivide la natura e non vi siano differenze cliniche in termini di sicurezza, purezza ed efficacia. Ovviamente l’approvazione della FDA è giunta dopo la revisione di studi e trial clinici che hanno dimostrato come Amjevita sia biosimilare dell’Humira.
Come per il farmaco “originale” Humira vi sono degli effetti collaterali riscontrabili relativi principalmente al possibile sopraggiungere di un’infezione nel sito dell’inoculazione del farmaco.
Fonte | FDA
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