In menopausa la terapia ormonale sostitutiva (TOS) serve oppure no? E’ pericolosa per la salute della donna o è fondamentale per prevenire tanti disturbi negli anni a venire? Oggi non ci sono più dubbi, anche grazie alle linee guida sull’utilizzo degli ormoni in menopausa tracciate dall’International Menopause Society. La terapia ormonale sostitutiva va fatta solo nelle donne che entrano in menopausa con sintomi fastidiosi (le vampate di calore), per non più di 18 mesi e a bassi dosaggi. Ma vediamo nel dettaglio.
I rischi della terapia ormonale sostitutiva
10 anni fa, proprio nel Luglio del 2002 furono pubblicati i risultati di uno studio condotto su circa 16.000 donne americane tra i 50 ed i 79 anni, il Women’s Health Initiative, mirato a comprendere i rischi ed i benefici della terapia ormonale sostitutiva a base di estrogeni e progestinici. Il lavoro osservazionale sarebbe dovuto durare 8 anni, ma già dopo 5 fu sospeso a causa della certezza dei risultati: l’alto numero delle donne sottoposte a TOS incappate in malattie cardiovascolari, embolia polmonare e tumore al seno. Bastò per concludere che i rischi superavano i benefici e ci fu un crollo di prescrizioni ormonali e soprattutto di accettazione di tale terapia da parte delle donne. I rischi, sappiamo oggi, erano concreti, ma basati su alcuni fattori essenziali: la somministrazione di dosaggi troppo alti e soprattutto per un tempo troppo lungo, non necessario ed il coinvolgimento nello studio di donne che presentavano già da sole un alto rischio cardiovascolare (un terzo soffriva già di ipertensione ad esempio).
Chi deve fare la terapia ormonale sostitutiva e quali benefici?
Nelle linee guida (pubblicate in ossasione del decennale dello studio di cui sopra) si spiega chi e come deve essere sottoposta alla TOS per avere benefici sulla salute. Prima di tutto questi farmaci non vanno prescritti a donne che non hanno disturbi nel passaggio fisiologico alla menopausa. Laddove invece si hanno vampate di calore ed altre problematiche è importante assumerli. Questo disturbo di origine vasomotoria è correlato ad una carenza di estrogeni che sappiamo avere anche importanti conseguenze: ipertensione, colesterolo alto, trigliceridi alti e tendenza al diabete, ma anche osteoporosi. Se però la signora in menopausa non dimostra sintomi rilevanti, la TOS non è necessaria, basteranno terapie preventive come l’assunzione di calcio e vitamina d in caso di osteoporosi. Ed il tumore al seno? Gli estrogeni sembrano essere responsabili non di tumori, ma solo del rapido sviluppo di neoplasie ormono-sensibili, già preesistenti: sono quelle forme oncologiche dalle quali si guarisce nel 95% dei casi se diagnosticate per tempo. Le donne sottoposte a TOS in genere tendono a controllarsi maggiormente e questo non è male.
Controindicazioni della TOS
La TOS nel 90% dei casi basta assumerla per circa 12-18 mesi, poi diventa inutile. Serve come protezione solo se e quando esistono dei sintomi specifici. La terapia ormonale sostitutiva non va comunque effettuata su chi ha già una diagnosi di tumore al seno o all’utero o in caso, va sospesa. Ma è anche controindicata in chi ha avuto trombosi, soffre di insufficienza epatica o ha un sanguinamento vaginale non diagnosticato. Per il resto vanno valutati attentamente con il medico ginecologo i singoli casi e molto può cambiare in base alla tipologia di somministrazione (ad esempio col cerotto o meno). La menopausa lo ricordiamo, non è una malattia, ma un percorso fisiologico, in cui l’organismo della donna subisce profondi cambiamenti: va affrontata con serenità, ma prestando attenzione.
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