L’Italia ha deciso di voler investire sui superfarmaci come il sufosbovir. I risultati presentati presso l’International Liver Congress parlano chiaro: le percentuali di guarigione sono altissime. Ma lo sono anche i costi. E’ una spesa che possiamo affrontare?
Le domande che si affacciano alla mente sono molte. Ogni ciclo terapeutico di pastiglie di sofosbuvir costa circa 80mila euro. Può lo stato italiano reggere una tale spesa? Certo, riuscirci sarebbe in grado di dare ai malati di Epatite C una speranza concreta di guarigione. La conferma dell’interessamento del nostro sistema sanitario nazionale in tal senso lo ha ribadito il ministro della Salute Beatrice Lorenzin annunciano un vero e proprio piano per l’eradicazione di questa malattia epatica. E lo ha fatto nel corso della sua visita presso il complesso della multinazionale Abbvie di Campoverde, ad Aprilia: occasione perfetta visto che l’azienda è tra quelle in lista per ottenere l’autorizzazione a produrre questi superfarmaci. Ecco come ha commentato:
E’ una scoperta straordinaria della storia della medicina che capita una volta nella vita, un po’ come è stato con la penicillina. Dobbiamo far comprendere alla popolazione che siamo di fronte a una nuova fase con farmaci in grado di salvare la vita delle persone, ma che ovviamente sono molto costosi. Ma l’Italia ha una cultura umanistica e sussidiaria che non possiamo perdere: non posso accettare il fatto che questi farmaci vengano dati con politiche selettive, a qualcuno che è più fortunato di un altro. Bisognerà saper scegliere e porterò queste scelte al consiglio dei ministri anche se naturalmente cercheremo di trattare il più possibile sul prezzo.
Questo significa che i tempi di investimento sono ancora da decidere, così come il reale impatto economico. Ciò che si punta a fare, per il momento, è trovare un reale bilanciamento tra i costi e i guadagni in salute delle persone: un compromesso che consenta un acquisto meno costoso ma efficace in termini umani.
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