La ferritina bassa, anche nota con il termine di ipoferritinemia, è una condizione che denota un esaurimento dei depositi di ferro. La ferritina, infatti, è una proteina globulare che ha il compito di immagazzinare il ferro e di rilasciarlo in caso di necessità. Vediamo insieme quali sono le cause della ferritina bassa, i sintomi, i valori, la terapia e la dieta da seguire.
Ferritina bassa: cause
L’ipoferritinemia può essere causata da vari fattori, tra cui:
- Malassorbimento: provocato da patologie dell’apparato gastrointestinale (es. Morbo di Crohn), celiachia, alcolismo, ecc. e si manifesta generalmente con diarrea cronica.
- Deficit nutrizionali: provocati da malnutrizione, diete troppo restrittive o una dieta vegetariana poco bilanciata.
- Emorragie: possono essere fisiologiche (es. ciclo mestruale abbondante) o dovute a traumi, ad emorroidi sanguinanti, reflusso gastroesofageo (provoca lesioni alle pareti gastriche) ulcere, perdite occulte di sangue dovute a tumori sia di natura benigna che maligna del colon, anemia falciforme, angiodisplasia del colon, anemia sideropenica, ecc.
- Gravidanza: i depositi di ferro si riducono per lo sviluppo del feto e quindi per il soddisfacimento delle sue esigenze di crescita.
- Interventi chirurgici di bypass gastrici: la riduzione dell’intestino determina anche un ridimensionamento della capacità di assorbimento dei nutrienti e di conseguenza anche del ferro.
- Alcuni alimenti: tè e caffè limitano l’assorbimento del ferro. Secondo alcune ricerche, infatti, il caffè diminuirebbe l’assorbimento del ferro del 39% e il te del 64%. La causa sarebbe da addebitare alla presenza di tannino e di altre sostanze che si legano al ferro e lo rendono meno assimilabile.
- Alcuni minerali (zinco e calcio): sono antagonisti del ferro e perciò ne riducono l’assorbimento.
Ferritina bassa: sintomi
La ferritina bassa non si manifesta sempre con una sintomatologia ben precisa e più spesso è asintomatica, almeno fino a quando il quadro clinico non si conclama. Quando i sintomi sono presenti si possono riassumere in:
- Pallore di pelle, mucose e sclere degli occhi
- Stanchezza cronica dopo sforzi modesti o a riposo
- Palpitazioni e battito cardiaco accelerato
- Mancanza di forza muscolare
- Mancanza di fiato e respiro affannoso
- Milza ingrossata
- Cefalee
- Dolori di lieve entità che interessano muscoli, ossa e articolazioni
- Mancanza di concentrazione
- Irritabilità
- Vertigini e improvvisa perdita di conoscenza
- Ulcerazioni di palato, lingua e angolo delle labbra
- Sindrome delle gambe senza riposo
- Calo della libido
Ferritina bassa: valori
I valori normali della ferritina sono di 20-120 nanogrammi/mL per le donne e di 20-200 nanogrammi/mL per gli uomini. Se c’è una carenza di ferro, la ferritina sierica sarà quasi sicuramente inferiore a 20 microgrammi su litro. Come per la ferritina alta, per la diagnosi dell’ipoferritinemia basta effettuare una serie di esami, quali:
- Analisi del sangue
- Emocromo
- Indici infiammatori (Ves, Proteina C-reattiva, quadro lipidico, ecc.)
- Sideremia e Saturazione della transferrina nel sangue
- Ricerca del sangue occulto nelle feci
Ferritina bassa: terapia
Se la ferritina bassa non ha una natura patologica non richiede una terapia specifica, ma è sufficiente rivedere la propria alimentazione. Il medico, infatti, potrà consigliare di assumere alimenti ricchi di ferro.
Ferritina bassa: dieta
Per la carenza di ferro la dieta gioca un ruolo assolutamente centrale. I cibi più ricchi di questo prezioso minerale, che è coinvolto in numerose reazioni metaboliche e partecipa all’ossigenazione del sangue e dei globuli rossi, sono:
- Fegato bovino
- Fagiano
- Lepre
- Vongole
- Rana
- Ostriche
- Cozze
- Cuore di bovino
- Spigola
- Cavallo
- Cacao amaro
- Fagioli secchi
- Lenticchie
- Ceci secchi
- Cioccolato fondente
- Prugne secche
- Arachidi tostate
- Nocciole
- Fighi secchi
- Mandorle secche (sgusciate)
- Spinaci
L’assorbimento intestinale del ferro è maggiore con i cibi di origine animale, inoltre la vitamina C, l’acido citrico, ma anche lo zucchero e gli aminoacidi ne aumentano la biodisponibilità (la percentuale effettiva di ferro che il nostro organismo riesce ad assorbire ed utilizzare). Il fabbisogno giornaliero di ferro è di 18 mg per la donna e 14 mg per l’uomo. Durante la gravidanza, che come detto prima riduce le scorte di questo minerale, il fabbisogno è maggiore ed è di 30 mg.
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