Le sostanze tossiche alterano i geni coinvolti nella genesi dello sperma e un numero sempre crescente di italiani non riesce a diventare padre. L’infertilità, quindi, conserva le caratteristiche di sostantivo femminile ma – da qualche tempo a questa parte – sembra essere una prerogativa tutta maschile. Uno studio europeo effettuato dai ricercatori del laboratorio di andrologia dell’Istituto Valenciano de Infertilidad di Alcante in Spagna ha stimato che sono sempre di più gli uomini europei che hanno difficoltà ad avere figli: lo dimostra una classifica stilata in base alla capacità di fecondare del loro seme.
Si conferma il trend in discesa della qualità del seme maschile sia per numero di spermatozoi che per motilità degli stessi – elemento fondamentale per poter raggiungere e fecondare l’ovulo. Le cause sono più di una ma vanno annoverati, tra i motivi principali, l’elevato tasso di inquinamento cui siamo soggetti, il fumo, l’alcol e il consumo di droga. Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia all’Università La Sapienza di Roma illustra in maniera chiara il concetto:
La nuova criticità cui sono soggetti gli uomini è legata all’aumento di fattori tossici nell’ambiente e allo stile di vita che, fin da adolescenti, è basato sul consumo – spesso sull’abuso – di droghe, sigarette, alcol e anabolizzanti.
Guardando più a fondo, dove si nasconde il rischio? Innanzitutto a tavola: latte, yogurt, tofu, spezzatino, hamburger o formaggio con soia – consumati con regolarità – potrebbero danneggiare la fertilità maschile; in secondo luogo, bisogna prestare attenzione alle onde elettromagnetiche anche di bassa intensità – vedi quelle del telefonino in stand-by -, capaci di ridurre la motilità e la concentrazione degli spermatozoi; ancora, il fumo – come confermato dal Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Catania – paralizza gli spermatozoi bloccandone i mitocondri, organelli disseminati nella coda e che gli danno energia per muoversi.