Nu-Age: in due parole arriva la dieta per gli over 65. Il progetto consiste nell’elaborare la dieta perfetta allo scopo di contrastare il processo dell’invecchiamento fisico e mentale attraverso un’alimentazione completa sana e innovativa. L’idea di base sui cui lavoreranno 31 Atenei europei per una durata di quattro anni coinvolgerà un ampio staff di genetisti, biologi, cardiologi, geriatri e dietisti che, sotto la sapiente guida dell’immunologo Claudio Franceschi dell’Alma Mater dell’Università di Bologna centro di coordinazione del progetto, esamineranno lo stato di salute di 1.250 volontari di 5 paesi europei: Italia, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Polonia.
L’alimentazione sarà costituita principalmente dalla tipica dieta mediterranea a base di olio di oliva, frutta, verdura, fibre e verrà poi affiancata da “cibi rinforzati”, elaborati dai ricercatori, arricchiti da elementi che contribuiscono a diminuire gli effetti dell’invecchiamento come la vitamina B12 e la D che ha la funzione di rafforzare le ossa e il sistema immunitario. In Italia e più precisamente in Toscana sembra infatti essere proprio la dieta (di stampo mediterraneo) a consentire ai toscani di fregiarsi del titolo di popolo più longevo del mondo. Un altro studio pubblicato su Age and Ageing aveva riscontrato che la vitamina E riuscirebbe a prorogare la durata della vita degli uomini, a seconda del livello di fumo e dell’assunzione di vitamina C all’interno della propria dieta. Di sicuro l’ingente stanziamento di fondi da parte della comunità Europea, 9 milioni di euro, getta uno sguardo lungimirante sul futuro della popolazione over 65. Infatti si stima che nel 2030 gli individui di questa età passeranno dall’attuale 25 % al 40% dell’intera popolazione europea. Da qui l’esigenza di dover dare un’alimentazione che consenta una maggiore tutela della salute degli anziani attraverso la nutrizione. Si è infatti osservato che la dieta che seguiamo ha effetti molto profondi sul nostro corpo, al punto da essere in grado di apportare cambiamenti nel comportamento del genoma umano. Abitudini alimentari che potranno poi essere trasmesse di generazione in generazione.
[Fonte: Unibo Magazine]