In caso di un tumore alla prostata, è fondamentale intervenire chirurgicamente con l’asportazione del cancro: la prostatectomia radicale diventa così un intervento chirurgico salvavita. Purtroppo però può avere degli effetti collaterali ben pesanti per la qualità della vita stessa del paziente: tra le varie problematiche si sviluppa infatti molto comunemente incontinenza urinaria. Una nuova tecnica di chirurgia mininvasiva è però in grado di risolvere il problema. La spiega il dottor Maurizio Cremona responsabile dell’Unità Operativa di Urologia dell’Istituto Clinico Sant’Ambrogio di Milano, tra i primi ad utilizzarla in Lombardia:
“La nuova metodica, (si chiama Advance ndr) consente di recuperare la normale continenza con l’inserimento di una retina di polipropilene (particolare materiale biocompatibile) che riposiziona l‘uretra, dislocata dall’intervento sulla prostata, nella sua sede anatomica naturale. Advance che si può effettuare in one day hospital (ricovero di un giorno e una notte) e in anestesia locale (spinale) è indicata per pazienti con incontinenza lieve – moderata e non trattati con radioterapia.I vantaggi rispetto agli interventi del passato invasivi, complessi e con scarsi risultati sono l’efficacia dell’90%, la brevità (la retina viene posizionata in circa 30 – 40 minuti) e del recupero con ritorno alle normali attività in brevissimo tempo:una settimana”.
Tale metodica è già da tempo utilizzata negli Stati Uniti ed in Europa, dove è stata impiegata con successo su circa 50.000 pazienti. In Italia è a carico del Servizio Sanitario Nazionale ed è praticata nei maggiori centri urologici sul territorio nazionale. L’incontinenza urinaria post prostatectomia è normale e reversibile nella maggior parte dei casi. Per il 10 % dei pazienti però non si risolve da sola e proprio su loro si può intervenire. Il primo passo però spetta all’uomo, sempre troppo restio a parlare di determinate problematiche. Eppure nel tempo un’incontinenza urinaria maschile, seppur lieve può portare a situazioni di forte disagio psico-emotivo: ansia o addirittura depressione, per il timore di non riuscire a controllare la fuoriuscita di pipì nelle normali attività quotidiane. Come sempre occorre informare in proprio medico curante o parlarne con uno specialista, urologo, magari anche presso lo stesso centro dove si è effettuata la prostatectomia, quando si va a fare un controllo.
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