“L’ictus: conoscerlo per combatterlo”, questo il titolo del convegno svoltosi in questi giorni all’Umberto I di Roma intorno a quello che viene considerato un fattore di rischio che interessa solo la popolazione anziana, o comunque al di sopra dei cinquant’anni.
E invece, un recente studio presentato proprio nel corso della conferenza, realizzato dall’associazione Alice (Associazione per la lotta all’ictus cerebrale) è giunto a preoccupanti conclusioni proprio relativamente all’abbassamento della fascia di età in cui può colpire l’ictus.
A quanto risulta dai dati raccolti, infatti, pare che ogni anno nel nostro Paese ad essere interessati dall’ictus non siano solo gli anziani o le persone di mezza età, ma anche i giovani. Per l’esattezza l’ictus colpisce annualmente in Italia 4.200 persone sotto i quarantacinque anni, il 5,5% del totale dei pazienti che lo subiscono. Ma quali sono i fattori di rischio, sottovalutati dalla popolazione giovane, che possono condurre all’ictus?
Lo studio di Alice ne ha evidenziato i principali con un’intervista effettuata su un campione di 728 studenti:
- Assunzione eccessiva di bevande alcoliche e super-alcolici, dichiarata dal 28% degli intervistati
- Fumare almeno mezzo pacchetto di sigarette al giorno, condizione attestata nel 50% degli studenti
- Altri fattori come vita sedentaria, ipertensione arteriosa, obesità, diabete, alterazione dei grassi nel sangue, un’alimentazione errata.
Tutti questi fattori di rischio vengono sottovalutati in giovane età, ma in realtà provocano danni alle arterie che potrebbero risultare fatali più in là con gli anni. Paolo Cerrato, che ha stilato il rapporto per l’Associazione Alice, spiega:
In Italia si verificano ogni anno 196.000 nuovi ictus; di questi circa 4.200 colpiscono soggetti con età inferiore a 45 anni e 6.200 soggetti di età compresa fra 45 e 55 anni. Trattandosi poi di soggetti in età lavorativa le conseguenze in ambito familiare e sociale sono rilevanti.
Diminuire il consumo di alcolici e il numero di sigarette (smettere completamente è ancora meglio) è importante sin da giovani, perchè sono proprio i danni che l’organismo subisce nella fascia d’età in cui ci sentiamo “immortali”, credendo che nulla possa succederci, che avranno più conseguenze sulla nostra salute in futuro, aumentando, come è stato dimostrato, il rischio di ictus.
[Fonte: Affaritaliani]