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Un esame del sangue ci dirà a cosa siamo allergici

Un semplice esame del sangue può ora prevedere se i neonati sono a rischio elevato di sviluppare allergie anche quando invecchieranno, grazie alla ricerca effettuata all’Università di Adelaide. Il professor Tony Ferrante, un immunologo del Pathology and the Children’s Research Centre presso l’Università di Adelaide (Australia), dice che il nuovo marcatore può essere la svolta più significativa nella sperimentazione sull’allergia degli ultimi decenni.

Una proteina nelle cellule immunitarie dei neonati, sembra avere la risposta se un bambino potrà essere protetto o sensibile allo sviluppo di allergie in futuro

afferma il professore. L’incremento delle cellule di segnalazione della proteina chiamata protein-chinasi zeta C, sono molto più bassi nei bambini a rischio di allergie. Il professor Ferrante spiega che l’esame del sangue è molto più efficace degli indicatori precedenti, come ad esempio la storia clinica della famiglia o la misurazione degli anticorpi IgE.

In collaborazione con il Professor Susan Prescott della University of Western Australia ed il Princess Margaret Hospital for Children, il gruppo di ricerca del professor Ferrante ha perfezionato il nuovo marcatore per il rischio di allergie, originariamente scoperto nel 2007, per trasformarlo in un semplice esame del sangue gestibile sin dalla nascita.

I ricercatori stanno inoltre esaminando se i supplementi di olio di pesce, dato sia alle donne incinte che a coloro che hanno appena partorito, sono in grado di ridurre i rischi di sviluppare le allergie nei bambini.

Ci sono prove che i livelli di questo aumento della proteina viene incrementato con la supplementazione di olio di pesce per la protezione contro lo sviluppo di allergie

aggiunge Ferrante. L’Australia ha uno dei più alti tassi di allergia al mondo, con il 40% dei bambini affetti da malattie allergiche come le allergie alimentari, eczema, asma e febbre da fieno. Queste condizioni spesso persistono in età adulta, ponendo un pesante fardello per il sistema sanitario.

[Fonte: Sciencedaily]