L’epidemia di obesità che ha colpito tutto il mondo Occidentale ormai è una realtà, ed anche i primi studi sulla popolazione italiana lo confermano. Se finora può essere capitato che, riportando le ricerche anglosassoni qualcuno poteva aver pensato che per forza che gli americani e gli inglesi erano obesi, visto che mangiano male, ecco un recente studio effettuato presso l’Università di Siena che lancia l’allarme: un bambino toscano su 3 ha problemi di peso.
La ricerca, finanziata dalla Regione Toscana e denominata “Okkio alla salute” ha analizzato il girovita di 1.800 bambini della Regione tra gli 8 e i 9 anni. Dalla ricerca è risultato che il 21,2% di essi era in sovrappeso (cioè ha un indice di massa corporea, o BMI, tra 25 e 29), mentre il 7,2% è obeso, cioè dai 30 in su. Numeri che peggiorano quando anche un genitore è obeso, tanto che, in questo caso, i bimbi in sovrappeso aumentano a quasi il 25% e quelli obesi fanno un salto fino al 23,4%.
La causa di questa problematica, anche in una terra dove è noto si mangia benissimo, è lo spostamento della dieta da quella Mediterranea ad una più squilibrata che contempla molti zuccheri, compresa l’introduzione ormai quotidiana delle bevande edulcorate, e grassi. Inoltre la mancanza di movimento, dovuta non solo alle abitudini sedentarie, ma anche alle mancate attività sportive, completa una situazione già di per sé critica. Secondo lo studio infatti appena un bambino su 10 pratica regolarmente un’attività sportiva, un’abitudine che dovrebbe essere molto più comune, e che invece si sta perdendo, in favore del computer, dei videogiochi o della tv. Spiega Daniela Scaramuccia, assessore al diritto alla salute della Regione Toscana:
i risultati dell’indagine sono una base conoscitiva preziosa per monitorare lo stato di salute dei ragazzi toscani, indirizzare le politiche regionali per i giovani e mettere in atto interventi sempre più mirati per promuovere stili di vita salutari. Rispetto al passato, ha aggiunto, il pur lieve miglioramento dei dati ci incoraggia a proseguire con le azioni intraprese, in stretta collaborazione con la scuola e coinvolgendo sempre più le famiglie.
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